Dopo l’operazione Piombo Fuso, una commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite, guidata dall’avvocato Goldsone, fu inviata in Israele per rivelare eventuali crimini di guerra commessi durante le operazioni. La relazione redatta nel Settembre 2009 spiegava, tra le altre cose, che Israele aveva deliberatamente ucciso civili innocenti.

Nell’ottobre del 2009 il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite avrebbe dovuto trasformare tale rapporto in una risoluzione, primo passo verso la formulazione di un atto di accusa contro gli ufficiali israeliani presso un tribunale per i crimini di guerra. Il momento dell’approvazione della risoluzione, però, fu ritardato a causa delle perplessità mosse dagli Stati Uniti, da Israele e, fatto apparentemente inspiegabile, dalla stessa Autorità Palestinese. Il presidente palestinese Mahmoud Abbas (Abū Māzen) motivò tale ritardo con la necessità di prendere tempo per accrescere l’interesse internazionale nei confronti della questione. A molti giornalisti ed uomini politici questa spiegazione apparve alquanto insolita.

La pubblicazione dei Palestine Papers ha rivelato cosa realmente spinse Abbas a prendere tale decisione.

Il giorno in cui il rapporto Goldstone doveva essere discusso e diventare risoluzione, il capo negoziatore palestinese, Erekat, si trovava a Washington, dove incontrò il senatore americano, inviato speciale per il Medio Oriente degli Usa, George Mitchell. Erekat chiese la sua intercessione per convincere gli israeliani a riprendere i negoziati di pace. Per tutta risposta Mitchell chiese ad Erekat di firmare un documento con il quale l’Autorità Palestinese avrebbe rinunciato a portare gli ufficiali israeliani colpevoli di crimini di guerra dinanzi alla Corte Penale Internazionale. Tale documento avrebbe cancellato gli effetti di un’eventuale adozione del rapporto Goldstone:

«The PA will help to promote a positive atmosphere conducive to negotiations; in particular during negotiations it will refrain from pursuing or supporting any initiative directly or indirectly in international legal forums that would undermine that atmosphere»

Gli Stati Uniti d’America garantirono la ripresa dei negoziati di pace solamente nel caso in cui i palestinesi avessero rinunciato a voler vedere condannati i soldati israeliani che uccisero la propria gente, macchiandosi di gravi crimini contro l’umanità, in disprezzo della legge e del regolamento internazionale.

L’ANP sottoscrisse quel documento in cambio della semplice ripresa dei negoziati, senza alcun tipo di garanzia o concessione da parte di Israele e di conseguenza il rapporto Goldstone non fu votato. Le proteste contro l’ANP si alzarono numerose, soprattutto da Gaza.

APRI IL PDF: Meeting Minutes Dr. Saeb Erekat – Sen. George Mitchell State Department October 2 2009