di Antonio Mazzeo*

Pagine Esteri, 5 maggio 2021 –  Per il governo Draghi il Mali è un “partner strategico per la gestione dei flussi migratori e la stabilità del Sahel” ma ancora oggi l’Italia non ha una propria ambasciata nella capitale dello stato africano. In verità è da anni che la Farnesina annuncia l’istituzione di un ufficio diplomatico a Bamako e il 21 ottobre 2020 era stato pubblicato un decreto che ne formalizzava l’apertura in meno di quaranta giorni. L’8 e il 9 aprile scorso il ministro degli esteri Luigi Di Maio si è recato in visita ufficiale in Mali e ha assicurato le autorità locali che presto sarà nominato il primo ambasciatore italiano. Poco conta a Roma che il “nuovo” governo maliano di transizione civile-militare sia stato nominato un mese dopo il colpo di stato effettuato il 18 agosto 2020 da un gruppo di militari guidato dal colonnello Assimi Goita. Quel giorno i rivoltosi avevano arrestato il presidente Ibrahim Boubacar Keïta e sciolto il governo e il Parlamento; successivamente avevano insediato una giunta d’emergenza. L’odierno presidente è Bah Ndaw, ex capo di Stato maggiore dell’Aeronautica militare ed ex ministro della difesa; vicepresidente il capo dei militari golpisti, Assimi Goita. Secondo i vertici maliani per l’indizione di nuove “libere elezioni” bisognerà attendere perlomeno ancora un anno.

Nell’attesa l’Italia manterrà tutti gli impegni assunti con i cugini francesi e con le deposte autorità del Mali, a partire dall’invio di un nutrito contingente militare nella regione del Sahel in nome della “lotta globale al terrorismo jihadista”. La partecipazione italiana alla Task Force Takuba in Mali è stata decisa e finanziata dal Parlamento il 16 luglio 2020 ma ha preso il via semi-segretamente solo nei primi giorni di marzo. Top secret le attività militari e le regole d’ingaggio autorizzate.

foto Analisi Difesa

Le uniche informazioni ufficiali sono quelle contenute nella scheda predisposta dal Servizio Studi del Dipartimento Difesa alla vigilia del voto parlamentare. (1) “La missione denominata Task Force Takuba è una forza multinazionale interforze con il mandato di addestrare e assistere le forze saheliane nella lotta contro i gruppi armati jihadisti, e risponde, altresì, all’esigenza di tutela degli interessi nazionali in un’area strategica considerata prioritaria”, riporta il documento del Servizio Studi Difesa. “Essa si inserisce nel nuovo quadro politico, strategico e operativo ribattezzato Coalizione per il Sahel, che riunisce sotto comando congiunto la forza dell’Opération Barkhane a guida francese e la Force Conjointe du G5 Sahel, al fine di coordinare meglio la loro azione concentrando gli sforzi militari nelle tre aree di confine (Mali, Burkina Faso e Niger)”. Per la cronaca, con questi due ultimi paesi africani l’Italia ha sottoscritto recentemente importanti accordi in materia di cooperazione militare: con il Niger nel 2017, con il Burkina Faso nel 2019. (2)

Sempre secondo il Servizio Studi del Dipartimento Difesa, il contingente italiano assegnato alla Task Force Takuba fornirà attività di consulenza, assistenza, addestramento e mentorship a supporto delle forze armate e delle forze speciali locali “per il contrasto alle minacce per la sicurezza derivanti da fenomeni di natura terroristica transnazionale e/o criminale”. Entro la fine del 2021 saranno schierati in Mali duecento soldati, venti mezzi terrestri e otto elicotteri. Null’altro è specificato relativamente ai reparti e ai sistemi d’arma che saranno impiegati e sulla loro destinazione operativa finale.

Secondo l’Agenzia Nova le prime unità italiane giunte in Mali si sarebbero stanziate inizialmente nell’area di Menaka, non lontano dal confine con il Niger, dove è presente una base avanzata temporanea delle forze armate francesi. “L’hub logistico dovrebbe tuttavia restare a Niamey, già base della Missione bilaterale di sostegno alla Repubblica del Niger (Misin), dove sarà costituito probabilmente un comando di area con un comandante che avrà alle sue dipendenze il personale della task force”, ha riportato l’agenzia stampa. (3) Per il giornalista Andrea de Georgio (Internazionale), quando il contingente italiano sarà completo, opererà prioritariamente nella base di Ansongo, località del nord vicino al Burkina Faso, “con raggio d’azione il feudo jihadista del Liptako-Gourma, la cosiddetta zona delle tre frontiere a cavallo fra Mali, Niger e Burkina, dove regnano gruppi legati ad Al Qaeda e allo Stato Islamico”. (4)

E’ il sito specializzato Difesaonline a rivelare l’identità dei reparti d’élite che le forze armate italiane intendono inviare nel pericolosissimo scacchiere sub-sahariano. Tra essi spiccherebbero gli uomini del 9° Reggimento d’assalto Col Moschin, del Gruppo Operativo Incursori del Comsubin della Marina Militare, del 17° Stormo Incursori dell’Aeronautica e del Gruppo Intervento Speciale (GIS) dell’Arma dei Carabinieri, oltre agli elicotteristi del 5° e 7° reggimento dell’Aviazione dell’Esercito assegnati alla Brigata Aeromobile Friuli. Più che probabile pure l’impiego del Reggimento Carabinieri Paracadutisti “Tuscania” e di assetti di volo forniti dal 3° Reggimento Operazioni Speciali dell’Esercito di Viterbo, dal 1° gruppo elicotteri della Marina Militare di Sarzana-Luni e dal 9° Stormo dell’Aeronautica (Grazzanise-Caserta). (5) I veicoli terrestri dovrebbero comprendere i blindati multiruolo leggeri VTLM Lince prodotti da Iveco Defence di Bolzano e i fuoristrada Flyer 4×4. La componente aerea dovrebbe includere invece gli elicotteri NH-90 in funzione di evacuazione medica e assalto dall’aria e A-129D “Mangusta” per il combattimento aria-terra.

foto Analisi Difesa

“Data la presenza di simili mezzi, è plausibile che l’azione italiana fra Mali e Burkina non sarà di solo addestramento o consulenza”, ha commentato Mirko Molteni di Analisi Difesa. (6) Il tutto con l’aggravante che la nuova impresa militare italiana in terra d’Africa prende il via quando è in atto una delle fasi più cruente e sanguinose del conflitto “anti-terrorista” nel Sahel, al seguito degli interessi economici e strategici di Parigi (risorse petrolifere ma soprattutto l’uranio per le centrali nucleari d’oltralpe) e per giunta sotto il comando delle forze armate francesi macchiatisi di gravi eccidi. Secondo i dati contenuti in un recente rapporto redatto dalle parlamentari francesi Sereine Mauborgne (LREM) e Nathalie Serre (Les Républicains), nel 2020 solo nella regione delle frontiere tra Mali, Niger e Burkina Faso, l’esercito ha ucciso 859 presunti appartenenti alle forze jihadiste mentre ne ha ferito o catturato altri 169. (7)

Lanciata ufficialmente dal presidente francese Emmanuel Macron nel gennaio del 2020 in occasione del vertice G5 Sahel di Pau, la Task Force Takuba (Spada in lingua tuareg), oltre a Francia e Italia vede la presenza militare di Belgio, Danimarca, Estonia, Germania, Grecia, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Spagna e Svezia. Tutti i reparti operano sotto il comando dell’Opération Barkhane avviata dalla Francia nel 2014 per rafforzare la propria presenza nell’Africa sub-sahariana e supportare dal punto di vista addestrativo, operativo e logistico le forze armate dei paesi alleati (Burkina Faso, Ciad, Mali, Mauritania, Niger) nel “contrasto del terrorismo, delle attività criminali transfrontaliere e dei traffici di esseri umani”. Attualmente in Sahel i francesi schierano 5.100 militari, 3 droni, 7 cacciabombardieri, 22 elicotteri, 10 aerei di trasporto, 290 blindati pesanti, 240 blindati leggeri e 380 mezzi logistici. Una presenza bellica che non ha eguali nella storia post-coloniale della potenza europea.

*Antonio Mazzeo è un giornalista ecopacifista e antimilitarista che scrive della militarizzazione del territorio e della tutela dei diritti umani. Con Antonello Mangano, ha pubblicato nel 2006, Il mostro sullo Stretto. Sette ottimi motivi per non costruire il Ponte (Edizioni Punto L, Ragusa). Del 2010 è il suo I Padrini del Ponte. Affari di mafia sullo stretto di Messina (Edizioni Alegre).

 

FONTI

  1. http://documenti.camera.it/leg18/dossier/testi/DI0254.htm?_1591800219613.https://www.africa-express.info/2020/06/12/burkina-faso-efferati-crimini-contro-lumanita-ma-litalia-fa-accordi-militari/2)
  2. https://www.agenzianova.com/a/6048c1abb937a5.88741094/3350496/2021-03-10/sahel-in-partenza-contingente-italiano-per-task-force-takuba-cosa-prevede-la-missione/linked3)
  3. https://www.internazionale.it/notizie/andrea-de-georgio/2020/07/31/mali-sahel-missione-militare-italiana4)
  4. https://www.difesaonline.it/mondo-militare/parte-la-missione-delle-forze-speciali-italiane-nel-sahel5)
  5. https://www.analisidifesa.it/2021/03/le-forze-italiane-nella-task-force-takuba-mentre-il-sahel-si-tinge-di-sangue/6)
  6. https://www.analisidifesa.it/2021/04/tf-takuba-arrivano-gli-italiani-primi-feriti-tra-le-truppe-svedesi-e-il-bilancio-dei-francesi/

Si veda pure: https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/decreto-missioni-litalia-rafforza-la-sua-presenza-africa-26615