dalla redazione

Pagine Esteri, 16 settembre 2021 – “L’Intelligenza Artificiale può influire sul diritto alla salute, all’istruzione, alla libertà di movimento, alla libertà di riunione pacifica e di associazione, alla libertà di espressione”. L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Michelle Bachelet, ha rilasciato ieri un comunicato stampa nel quale chiede una moratoria sulla vendita e l’uso di sistemi di intelligenza artificiale che rappresentano un serio rischio per i diritti umani, almeno fino a quando non sarà possibile dare adeguate garanzie. Ha anche richiesto che vengano vietate quelle applicazioni applicazioni di intelligenza artificiale che non possono essere utilizzate in conformità con il diritto internazionale sui diritti umani.

Le Nazioni Unite hanno realizzato e pubblicato un report che analizza il modo in cui l’utilizzo di sistemi computerizzati di profilazione e automazione dei processi decisionali influenzino i diritti delle persone.

“L’intelligenza artificiale ormai è presente in quasi ogni aspetto della nostra vita fisica e mentale e influenza persino gli stati emotivi. I sistemi di intelligenza artificiale vengono utilizzati per determinare chi può accedere ai servizi pubblici, per decidere chi deve essere assunto per un lavoro e, naturalmente, influenzano il tipo di informazioni che le persone vedono e condividono online”, ha dichiarato l’Alto Commissario.

Le Nazioni Unite fanno presente che ci sono già stati numerosi casi di persone trattate ingiustamente a causa dell’intelligenza artificiale, persone a cui sono stati ingiustamente negati i benefici delle politiche sociali, o che sono state addirittura arrestate a causa di un difettoso riconoscimento facciale. Il rapporto denuncia un utilizzo generalizzato e senza controllo degli strumenti da parte dei privati ma anche degli Stati, che non hanno tenuto in dovuto conto i pericoli delle distorsioni e degli errori delle macchine.

Secondo il rapporto dell’ONU, già i dati raccolti possono essere discriminatori, errati, senza contare che l’enorme quantità di informazioni potrebbe essere utilizzata in futuro in modi che al momento ci sono ancora sconosciuti.

“Data la rapida e continua crescita dell’Intelligenza Artificiale, regolamentare il modo in cui i dati vengono raccolti, archiviati, condivisi e utilizzati è una delle questioni più urgenti sui diritti umani che dobbiamo affrontare”, ha affermato Bachelet.

Anche la generalizzazione dei risultati, le previsioni e il monitoraggio eseguiti dagli strumenti di intelligenza artificiale, inclusa la ricerca di approfondimenti sui modelli di comportamento umano, sollevano seri interrogativi. I set di dati distorti su cui si basano i sistemi di intelligenza artificiale possono portare a decisioni discriminatorie. E a correre i rischi peggiori sono i gruppi già emarginati.

“Il rischio di discriminazione legato alle decisioni guidate dall’intelligenza artificiale – decisioni che possono cambiare, definire o danneggiare le vite umane – è fin troppo reale. Questo è il motivo per cui è necessario valutare e monitorare sistematicamente gli effetti dei sistemi di intelligenza artificiale per identificare e mitigare i rischi per i diritti umani”, ha affermato l’Alto Commissario.

Il report continua chiedendo una maggiore trasparenza da parte delle aziende e degli Stati sul modo in cui sviluppano e utilizzano l’IA.

“La complessità alla base del funzionamento dei sistemi di intelligenza artificiale e la segretezza intenzionale del governo e degli attori privati ​​sono fattori che rendono estremamente difficile, per le persone, comprendere gli effetti dei sistemi stessi sui diritti umani e sulla società”.

“Non possiamo permetterci di continuare a consentire l’uso dell’IA senza limiti e controlli, provando a porre rimedio alle violazioni dei diritti umani solo dopo che esse sono state praticate. Il potere dell’IA di servire le persone è innegabile, ma lo è anche la capacità dell’IA di alimentare violazioni dei diritti umani su vasta scala, praticamente senza che ce ne accorgiamo. È necessario agire ora, per stabilire che l’uso dell’intelligenza artificiale abbia dei limiti, che sono quelli dei diritti umani appunto, dobbiamo farlo per il bene di tutti noi”, ha concluso Bachelet.