AGGIORNAMENTO ORE 16.30  di Marco Santopadre

Il giudice della Corte d’Appello di Sassari ha deciso di rilasciare l’ex presidente della Generalitat catalana Carles Puigdemont dopo aver accolto la richiesta del suo avvocato, Agostinangelo Marras, di rinviare l’udienza per concedere alla difesa più tempo per studiare i documenti. Il 4 ottobre prossimo quindi il leader indipendentista catalano dovrà comparire davanti al giudice che dovrà decidere se rilasciarlo definitivamente oppure ordinare delle misure cautelari avviando l’iter di estradizione chiesto da Madrid. Nel frattempo Puigdemont avrà completa libertà di movimento. L’imputato ha dichiarato brevemente in videoconferenza dal carcere di Bancali, dove dopo l’arresto di ieri sera è stato sottoposto ad un regime di massima sicurezza.

In Catalogna intanto si moltiplicano le manifestazioni di denuncia di quella che gli indipendentisti, e non solo, considerano una vera e propria persecuzione giudiziaria nei confronti dell’eurodeputato. Dopo la manifestazione di questa mattina a Barcellona nei pressi del consolato italiano, anche a Girona più di 500 persone hanno protestato contro la detenzione. Una manifestazione analoga si è svolta in tarda mattinata anche a Bruxelles.

Per domenica il Consell per la República (Consiglio per la Repubblica) ed altre entità politiche e sociali catalane hanno convocato una manifestazione nel centro di Barcellona che si prevede molto partecipata. Il presidente attuale della Generalitat, Pere Aragonès, in tarda mattinata ha riunito d’urgenza tutti i componenti del Govern per fare il punto sull’arresto e in una conferenza stampa ha annunciato che si recherà domani ad Alghero.

Mentre il presidente del governo spagnolo, Pedro Sànchez, in una dichiarazione ha insistito sul fatto che Puigdemont e gli altri “latitanti” devono comparire davanti ai tribunali spagnoli perché “nessuno è al di sopra della legge”, in un breve comunicato il Ministero della Giustizia italiano ha assicurato di non aver avuto “alcun ruolo” nell’arresto di Puigdemont e che la vicenda è “interamente” nelle mani dei tribunali. Il sottosegretario alla presidenza del Governo Draghi ha comunque sottolineato che in presenza di un ordine di cattura europeo le autorità del nostro paese non potevano fare a meno di eseguirlo. Però anche sull’europarlamentare Clara Ponsatì pende lo stesso ordine di cattura europeo, ed anche a lei l’Eurocamera e poi il Tribunale di Giustizia dell’UE hanno revocato l’immunità; però Ponsatì si è recata ad Alghero alcuni giorni fa senza alcuna conseguenza.

In risposta a chi fa notare che le autorità francesi nei mesi scorsi hanno deciso di non arrestare l’ex presidente catalano che era entrato nel territorio di Parigi per partecipare ad atti politici pubblici, Franco Gabrielli ha affermato che «I francesi sono francesi, e noi siamo italiani. C’è stato un controllo alla frontiera e Puigdemont è stato messo a disposizione dell’autorità giudiziaria. Viviamo in uno stato di diritto». Secondo i testimoni, però, l’ex President sarebbe stato tratto in arresto appena sceso dall’aereo arrivato da Bruxelles ad Alghero, e non in seguito ad un controllo delle autorità doganali. Da parte sua il ministro degli Interni spagnolo, Fernando Grande-Marlaska, ha smentito la presenza di agenti della Policia Nacional di Madrid al momento della detenzione, come invece riferito dal legale catalano di Puigdemont, Gonzalo Boye.

Smentito anche che sia stato il consolato spagnolo a Cagliari ad allertare le autorità italiane sull’arrivo in Sardegna dell’esponente politico catalano. L’allarme sarebbe scattato quando Puigdemont è partito da Bruxelles diretto ad Alghero; il suo nome sarebbe stato segnalato dallo Schengen Information System alle autorità di pubblica sicurezza dello scalo sardo, che avrebbero chiesto istruzioni al Ministero degli Interni di Roma e ottenuto quindi il via libera all’arresto.

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AGGIORNAMENTO ORE 12.30

Alla fine la prevista udienza sull’estradizione di Puigdemont in Spagna prevista per stamattina potrebbe svolgersi nel pomeriggio o essere rinviata ai prossimi giorni. Lo ha affermato l’avvocato sardo dell’ex President, Agostinangelo Marras, che questa mattina ha potuto incontrare il suo cliente nel carcere di Bancali.

L’avvocato Gonzalo Boye ha informato la stampa catalana che al momento dell’arresto del leader catalano nell’aeroporto di Alghero erano presenti anche degli agenti di polizia spagnoli, e che è stato il consolato di Madrid a Cagliari ad allertare le autorità italiane sull’arrivo in Sardegna di Puigdemont. Boye ha affermato che chiederà immediatamente al Tribunale Generale dell’Unione Europea di ristabilire immediatamente l’immunità parlamentare alla quale ha diritto come eurodeputato.

L’immunità all’ex President e a Clara Ponsatì e Toni Comìn era stata parzialmente cancellata, su richiesta del Tribunale Supremo spagnolo, dall’aula di Strasburgo con 400 voti a favore e 248 contrari, decisione prima sconfessata ma poi confermata dallo stesso organo di giustizia basato in Lussemburgo. Il TGUE aveva spiegato di aver sospeso l’immunità dei tre esuli catalani proprio in mancanza di un rischio concreto di detenzione: la presentazione di una richiesta di chiarimenti all’organismo europeo da parte del giudice Pablo Llarena sul rifiuto da parte della magistratura belga di estradare Puigdemont a Madrid in quanto nell’ordinamento di Bruxelles non sono contemplati i reati di cui è accusato l’ex capo del Govern, aveva portato alla sospensione dell’ordine di cattura europeo dettato dal Tribunale Supremo nel 2019. Secondo i giudici europei, lo stesso Avvocato dello Stato di Madrid aveva confermato la vigenza della sospensione dei mandati di cattura internazionali in attesa della risposta da parte del Tribunale Generale dell’UE. Quest’ultimo aveva chiarito che, nel caso, le autorità spagnole avrebbero dovuto presentare una nuova richiesta europea di misure cautelari nei confronti di quello che Madrid considera un latitante.

Il delegato del Govern di Barcellona a Bruxelles, Gorka Knörr, ha informato di aver inoltrato al presidente del Parlamento Europeo, l’italiano David Sassoli, una energica richiesta affinché difenda i diritti del membro dell’Eurocamera.

Intanto stamattina un migliaio di attivisti dell’Assemblea Nazionale Catalana (ANC), la più grande associazione indipendentista della regione, hanno manifestato per chiedere l’immediata liberazione di Puigdemont. La manifestazione era convocata alle nove del mattino davanti alla sede del Consolato Italiano a Barcellona, che però è stato blindato e reso inaccessibile da alcuni cordoni di polizia. I manifestanti hanno quindi realizzato un blocco stradale sulla Avenida Diagonal per poi dirigersi di nuovo verso la sede diplomatica italiana. Alla protesta hanno partecipato numerosi esponenti di Junts per Catalunya, la formazione politica di Puigdemont, e della Cup, formazione indipendentista di sinistra radicale, mentre non si sono visti i rappresentanti di Esquerra Republicana (centrosinistra indipendentista). La segretaria di ERC, Marta Vilalta e l’eurodeputata dello stesso partito Diana Riba sono però arrivate questa mattina ad Alghero per sostenere l’ex President.

Da parte sua il governo spagnolo ha affermato che l’ex capo della Generalitat «deve sottoporsi all’azione della Giustizia, esattamente come qualsiasi altro cittadino». «La detenzione di Puigdemont è il frutto di un procedimento penale in corso» ha commentato la Moncloa. Il gruppo socialista spagnolo al Parlamento Europeo, dopo il voto che aveva revocato ai tre eurodeputati catalani l’immunità, aveva affermato che si trattava di una “vittoria della democrazia”. Nel corso di una conferenza stampa la capogruppo Iratxe Garcia aveva assicurato che l’Eurocamera aveva scelto di lasciar svolgere il proprio lavoro ai tribunali spagnoli. In seguito, alla fine di agosto, il governo Sànchez ha deciso di rinviare a data da destinarsi l’annunciata e promessa riforma del Codice Penale che abbasserebbe le condanne detentive previste per il reato di sezione, passando dai 15 anni attualmente previsti a 8.

Stamattina alcune decine di militanti e simpatizzanti di diverse organizzazioni indipendentiste e di sinistra hanno partecipato ad un presidio di solidarietà nei confronti di Carles Puigdemont, al quale è giunta anche la solidarietà della “Corona de Logu”, l’associazione degli amministratori indipendentisti sardi. Oggi in Sardegna stanno intanto giungendo un migliaio di catalani per partecipare al festival Adifolk – al quale era prevista la presenza dell’ex President – e che potrebbero inscenare manifestazioni di protesta contro l’arresto.

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di Marco Santopadre

Pagine Esteri, 24 settembre 2021 – L’ex presidente della Generalitat de Catalunya, Carles Puigdemont, esule politico in Belgio dal 2017, è stato arrestato ieri sera in Sardegna. Appena arrivato ad Alghero con un volo da Bruxelles, l’esponente politico è stato avvicinato da alcuni agenti in borghese che lo hanno condotto, in stato di fermo, nell’ufficio della Polizia di Frontiera all’interno dello scalo del nord della Sardegna.

Su Puigdemont, che nel frattempo è stato eletto parlamentare europeo – anche se nel marzo scorso, a maggioranza, i componenti dell’assemblea di Strasburgo gli hanno revocato l’immunità – pende un mandato di cattura internazionale spiccato dal Tribunale Supremo della Spagna che lo accusa di vari gravi reati, tra cui quello di “ribellione”, in quanto capo del governo catalano che promosse e gestì il referendum per l’autodeterminazione celebrato il primo ottobre 2017. Il governo spagnolo di allora, guidato dal Partito Popolare, lo considerò illegale e si adoperò per impedire la consultazione che si saldò con la vittoria dell’opzione indipendentista ma anche centinaia di arresti, feriti e contusi. A quattro anni di distanza dal referendum, circa 3000 attivisti ed esponenti politici e sociali sono stati denunciati, arrestati o condannati per aver organizzato il voto o mobilitazioni di protesta.

Puigdemont era arrivato in Sardegna con la “ministra degli esteri” catalana Victòria Alsina e la presidente del Parlamento di Barcellona, Laura Borràs, per partecipare ad una cerimonia ad Alghero, nell’ambito di un festival internazionale di cultura popolare organizzato dall’associazione Adifolk. Domenica prossima era previsto anche un incontro pubblico organizzato ad Oristano dalla “Corona de Logu” – l’associazione degli amministratori indipendentisti sardi – con l’ex President. L’agenda di Puigdemont prevedeva anche un incontro con il presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas.

Negli anni scorsi il leader catalano in esilio è già stato arrestato in Belgio ed in Germania, ma in entrambi i casi i tribunali locali si sono rifiutati di concedere l’estradizione in Spagna valutando le accuse rivoltegli da Madrid come eccessive e spropositate. Lo stesso è avvenuto per altri ex componenti del parlamento o del governo catalano rifugiatisi in Scozia e in Svizzera. “La Spagna ha appena provocato l’arresto di un eurodeputato da parte di un altro stato membro dell’Unione Europea. Ci è riuscito ingannando il Tribunale della Comunità Europea, poiché avevano detto che questo non sarebbe successo. La detenzione durerà al massimo qualche ora, ma la vergogna della Spagna resterà nella storia“ ha l’ex vicepresidente del parlamento catalano Josep Costa, che fa parte del collegio di avvocati di Puigdemont.

«Il presidente Puigdemont è stato arrestato al suo arrivo in Sardegna dove si era recato in qualità di eurodeputato. Il fermo si basa sull’ordinanza europea del 14 ottobre 2019 che, per imperativo legale, secondo lo statuto della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, è sospesa» scrive su Twitter un altro legale del leader catalano, Gonzalo Boye. «Nella risoluzione del 30 luglio scorso si afferma che nessun paese dovrebbe eseguire un ordine di cattura con quelle caratteristiche. Nella stessa delibera, il Vice Presidente del Tribunale dell’Unione Europea ha indicato che, ove necessario, sia richiesta una nuova misura cautelare» ha continuato il legale.

Il Tribunale Supremo aveva assicurato al Tribunale Europeo basato in Lussemburgo che l’ordine di cattura era stato sospeso, ed è per questo che l’ex President e attuale leader della formazione indipendentista “Junts per Catalunya” (attualmente al governo della regione catalana insieme ad Esquerra Republicana) aveva deciso di viaggiare in Sardegna mentre il variegato fronte politico che si batte per l’autodeterminazione della Catalogna denuncia quella che considera una vera e propria trappola nei confronti dell’ex President, orchestrata in maniera premeditata dalla magistratura spagnola.

Una mossa che potrebbe non far piacere all’attuale esecutivo spagnolo guidato dal socialista Pedro Sànchez – che include la sinistra di Podemos e che può contare sul sostegno di alcune formazioni autonomiste e indipendentiste catalane e basche – mettendo in cattiva luce il paese a livello internazionale a causa del comportamento spregiudicato del proprio apparato giudiziario. È però anche vero che quando, a giugno, il governo spagnolo ha concesso l’indulto a nove esponenti politici catalani condannati a pene tra i 9 e i 13 anni di reclusione per il proprio ruolo nel referendum del 2017, ha deciso di non includere nella misura coloro che, come Puigdemont, alla fine di ottobre di quello stesso anno hanno cercato riparo all’estero per sfuggire all’arresto. Ed è anche vero che è stato grazie alle forti pressioni dell’esecutivo Sanchez sui partner europei che il Parlamento Europeo ha votato per il ritiro dell’immunità all’ex capo del governo catalano.

L’esponente politico è stato condotto durante la notte nel carcere di Bancali a Sassari, e questa mattina dovrebbe tenersi l’udienza alla Corte d’Appello di Sassari dove il giudice dovrà decidere se avviare la procedura di estradizione o rimettere Puigdemont in libertà.

A partire dalle 9 alcune realtà politiche indipendentiste e di sinistra hanno indetto un presidio di solidarietà nei pressi del Tribunale. Pagine Esteri