della redazione 

Pagine Esteri, 1 novembre 2021 – L’analisi marxista della questione palestinese non è una novità assoluta ma negli ultimi due decenni è quasi del tutto scomparsa dal dibattito di studiosi, accademici e attivisti. In questo contesto, il volume “Palestine: A Socialist Introduction” (Haymarket Books, 2021), una raccolta di scritti curata da Sumaya Awad e Brian Bean di recente pubblicazione, rappresenta un utile strumento per coloro che vogliono comprendere le ragioni della situazione attuale e le radici anche socioeconomiche di una storia deliberatamente offuscata.

Gli autori degli articoli di cui si compone la raccolta – Jehad Abusalim, Shireen Akram-Boshar, Omar Barghouti, Nada Elia, Toufic Haddad, Remi Kanazi, Annie Levin, Mostafa Omar, Khury Petersen-Smith e Daphna Thier –   si concentrano sul collocare sia la storia della colonizzazione della Palestina che la lotta per la sua liberazione in un contesto regionale e internazionale più ampio. Riaffermano la natura interconnessa delle diverse lotte e ribadiscono il ruolo centrale della questione palestinese. Non è un caso che l’introduzione si apra con una citazione dello scrittore e giornalista marxista Ghassan Kanafani: “La causa palestinese non è una causa solo per i palestinesi ma una causa per ogni rivoluzionario, ovunque si trovi, come causa delle masse sfruttate e oppresse». Il tema è fondamentale specie in questi ultimi anni. La lotta per i diritti dei palestinesi, si ribadisce più volte nel libro, deve legarsi non solo a quella dei movimenti rivoluzionari in Medio oriente e Nordafrica ma anche all’azione dei movimenti sociali in Nord America e in Europa e di tutti coloro che rifiutano il neoliberismo.

La prima sezione del libro si concentra sulla storia e sul presente della Palestina e sull’estensione del controllo statunitense in Medio Oriente grazie alle alleanze che Washington mantiene con diversi Paesi arabi e Israele. Gli autori collocano la storia della Palestina in un contesto globale e regionale segnato dalla colonizzazione europea e dalla natura repressiva delle classi dirigenti regionali. Di fronte a questi potenti nemici, scrivono, i palestinesi hanno lottato e spesso perduto ma non si sono arresi. Lo studioso Mostafa Omar ricorda ai lettori che quando diverse sezioni del movimento palestinese hanno tentato di allearsi con uno di questi nemici, sono state usate, tradite e respinte. Ciò rappresenta un promemoria per coloro che oggi sperano di trovare scorciatoie politiche per uscire dall’impasse attuale.

La seconda sezione amplia ulteriormente questi temi approfondendo il posto occupato dalla Palestina nell’intera questione mediorientale. Daphna Thier sottolinea la partecipazione del movimento operaio israeliano alla colonizzazione della Palestina e non alla realizzazione di giustizia e diritti per tutti i lavoratori, ebrei e arabi insieme. Toufic Haddad rivisita e approfondisce l’economia politica del cosiddetto processo di pace. Jehad Abusalim ripercorre l’importanza della Palestina nella regione nel suo insieme e la sua centralità anche nell’ondata rivoluzionaria emersa nel 2011 e che ha trovato nuovo respiro nel 2019.

La terza e ultima sezione rivolge la sua attenzione al ruolo della solidarietà internazionale al di fuori della regione e alle relazioni tra la questione palestinese, i diritti delle donne e la lotta per la liberazione dei neri negli Stati Uniti.

La postfazione del poeta Remi Kanazi è indirizzata proprio al movimento internazionale affinché prosegua una battaglia globale e popolare per i diritti dei palestinesi, di altri popoli e degli sfruttati colpiti dal liberismo economico e dal colonialismo nelle sue forme contemporanee. Battaglia che, aggiunge, dovrà avvenire nelle strade, nei luoghi di lavoro, nelle università. Pagine Esteri