di Antonio Mazzeo –

Pagine Esteri, 10 gennaio 2022 – La guerra allo Stato Islamico in territorio iracheno e siriano non è più all’ordine del giorno dei meeting dell’Alleanza Atlantica. Dopo la riconquista nel secondo semestre 2017 delle roccaforti di Mosul e Rawa, ciò che resta dell’ISIS sono le cosiddette “cellule dormienti” per gli attacchi mordi e fuggi nelle aree di confine kurde tra Siria e Iraq. Secondo il Global Terrorism Index, l’indice elaborato dall’IEP – Institute of Economics and Peace di Sidney per misurare l’impatto del terrorismo a livello internazionale, nel 2019 le vittime civili irachene degli attentati di matrice terroristica si sono ridotte del 46% rispetto al passato. (1) Ciononostante nel 2021, l’anno dell’ingloriosa fuga occidentale dall’Afghanistan rioccupato dai Talebani, le forze armate italiane hanno rafforzato il loro dispositivo armato in Kuwait contro le milizie Daesh (Al dawla al islamiya fi al Iraq wal Sham, ovverosia dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante). Un impegno complesso e costoso, ma – come vedremo – funzionale alla promozione del Sistema Italia e delle società leader del complesso militare-industriale nazionale.

Fuori dai riflettori mediatici lo scorso mese di giugno il 4° Reggimento Artiglieria Contraerei Peschiera dell’Esercito con sede a Mantova ha attivato una batteria contraerea con capacità antimissilistiche “SAMP/T” nella grande base aerea kuwaitiana di Alì Al Salem, a una quarantina di chilometri circa dalla frontiera con l’Iraq. “Il Task Group SAMP/T Scutum (il nome latino dello scudo utilizzato dai legionari romani, nda) opera con il compito di contribuire alla sicurezza dello spazio aereo kuwaitiano, a difesa contro attacchi aerei e missilistici”, spiega il Ministero della Difesa. “Il sistema di ultima generazione è integrato nel sistema di difesa della Coalizione Inherent Resolve”. (2)

Il SAMP/T è stato sviluppato a partire dai primi anni 2000 dal consorzio “Eurosam” formato dalle aziende aerospaziali e missilistiche Thales, MBDA Francia e MBDA Italia (quest’ultima controllata in parte da Leonardo S.p.A.), nell’ambito del programma italo-francese FSAF(Famiglia di Sistemi Superficie Aria). “Esso si caratterizza operativamente per i ridotti tempi di reazione contro la minaccia aerea, elevata mobilità tattica e possibilità di adeguare il dispositivo secondo tempi commisurati alla dinamicità della manovra”, aggiunge la Difesa. Ogni batteria contraerea è equipaggiata con missili superficie-aria “Aster-15” con gittata di 30 km, anch’essi progettati e realizzati dal consorzio “Eurosam”.

Quali siano le minacce aeree e missilistiche dell’ISIS contro il petroemirato arabo e la coalizione internazionale a guida USA ivi ospitata, lo Stato Maggiore italiano non lo fa sapere. Tuttavia sono stati completati in tempi record i lavori per trasformare Alì Al Salem (quartier generale della Kuwait Air Force e del 386th Air Expeditionary Wing dell’Aeronautica USA), in una piattaforma di lancio dei missili prodotti in Francia e in Italia. Nel mese di febbraio 2021, un team del Reggimento Genio ferrovieri dell’Esercito di stanza a Castel Maggiore (Bologna) era giunto in Kuwait per avviare i lavori di fortificazione e “protezione” di un’area desertica di sedime aeroportuale di circa 33.000 mq e 3 km di lunghezza perimetrale “mediante lo scavo di fossati, la posa in opera di muri in terra rinforzata con gabbioni metallici e l’installazione di un sistema integrato di videosorveglianza”. Successivamente sono state realizzate le piazzole per lo schieramento delle componenti della batteria contraerea (sistemi di comando e controllo, sensori e intercettori) e le relative opere di urbanizzazione primaria (reti elettriche, idriche e fognarie). In ultimo sono stati riqualificati i prefabbricati in muratura da adibire ad uso uffici e alloggi per il personale del 4° Reggimento Artiglieria di Mantova. (3)

Un elicottero della Kuwait Air Force, AS-332M Super Puma

Dopo l’attivazione il Task Group SAMP/T Scutum è entrato a far parte del dispositivo militare messo a disposizione dell’operazione multinazionale Inherent Resolve, sotto il comando dell’IT NCC Air (Italian National Contingent Command Air), il comando dell’Aeronautica costituito il 17 ottobre 2014 per operare contro lo Stato islamico in Iraq e Siria (Operazione Prima Parthica). Una missione quella in Medio Oriente che è costata al contribuente italiano, lo scorso anno, 230.932.129 euro e che vede attualmente schierati 900 militari, 84 mezzi terrestri e 11 velivoli (nelle basi di Ali Al Salem, Ahmed Al Jaber e nello scalo aeroportuale di Abdullah al Mubarak a Kuwait City; a Baghdad ed Erbil nel Kurdistan irakeno).

“L’IT NCC/TFA Kuwait concorre mediante l’impiego dei propri assetti ISR (Intelligence, Surveillance and Reconnaissance) – caccia e droni – alla definizione della consapevolezza della situazione della Coalizione”, spiega lo Stato Maggiore dell’Aeronautica. “Il flusso di video ed immagini ad alta risoluzione acquisiti dalle piattaforme aeree viene canalizzato alla cellula di integrazione e fruizione delle informazioni denominata I2MEC (Integrated Italian Multisensor Exploitation Cell) per estrarre il contributo informativo necessario alla condotta delle operazioni della Coalizione”.

Non bombardiamo cioè, ma mettiamo in condizione di farlo e bene con i caccia USA e dei partner NATO ed extra NATO. Dalla sua costituzione nel 2014 sino alla fine del 2020, le missioni dell’IT NCC AIR hanno totalizzato 36.000 ore di volo con 6.600 sortite e 30.000 obiettivi “coperti” e hanno rifornito di carburante quasi 4.000 velivoli di Inherent Resolve.“ L’Italia si colloca come primo contributore, dopo gli Stati Uniti, in termini di assetti aerei specializzati in raccolta informativa, sorveglianza e ricognizione, per il contrasto delle cellule Daersh in Iraq”, enfatizza l’Aeronautica italiana. (4)

In questi anni sono stati schierati in Kuwait differenti tipi di caccia militari, prima gli intercettori AMX del 51° Stormo di Istrana e più recentemente, alternandosi, i multiruolo MRCA “Tornado” e gli Eurofighter EF-2000A. L’ultimo cambio di consegne, certamente non casuale, è avvento il 19 aprile 2021 tra il Task Group Tornado Devil e il Task Group Eurofighter Typhoon. Nello scalo di Alì Al Salem sono atterrati quattro velivoli EF-2000A provenienti dalle basi di Grosseto e di Gioia del Colle, sedi del 4° e del 36° Stormo dell’Aeronautica. Sei mesi più tardi i caccia italiani in Kuwait avevano accumulato più di 1.000 ore di missioni di volo, coprendo circa 3.500 punti di interesse. “Il Task Group Typhoon ha dimostrato estrema efficienza anche nelle missioni di cooperazione con le truppe americane (U.S. Air Force, U.S. Army, Marine Corps, U.S. Navy), attraverso l’organizzazione di attività esercitative di ricognizione e supporto aereo ravvicinato presso un poligono di tiro aria/suolo, sotto il controllo di Joint Tactical Controller statunitensi”, riporta il ministero della Difesa italiano. (5)

Al Comando dell’Aeronautica in Kuwait sono assegnati pure un velivolo EC-27J “Spartan” della 46^ Brigata Aerea di Pisa (Task Group Albatros) per le missioni di sorveglianza e guerra elettronica in territorio iracheno, nonché un aereo cisterna KC 767A (Task Group Breus) in dotazione al 14° Stormo di Pratica di Mare (Roma) e “che fornisce un vero e proprio moltiplicatore delle forze per incrementare autonomia di volo e raggio d’azione degli assetti aerei della Coalizione, estendendo la copertura tattica nell’area di operazioni”, aggiunge la Difesa. Sino allo scorso anno l’aero tanker aveva effettuato oltre 7.000 ore di volo.

Sempre dalla base di Alì Al Salem opera il Task Group Araba Fenice che impiega un drone “Predator” MQ-9 del 32° Stormo di Amendola-Foggia, impiegato nella raccolta di immagini e video ad alta risoluzione delle zone a rischio. A fine marzo 2021 il velivolo a pilotaggio remoto aveva già superato le 12.000 ore di volo di cui ben 2.150 nell’ultimo anno, con la ricognizione di oltre 1.300 “obiettivi”. Ai velivoli Eurofighter del Task Group Typhoon, negli ultimi mesi si è aggiunta infine una componente dell’Aeronautica dotata di velivoli da trasporto C-130J, precedentemente rischierata negli Emirati Arabi Uniti. Gli assetti sono stati impiegati per l’evacuazione del personale militare e civile, sia italiano che straniero, dall’Afghanistan in Kuwait, dopo la caduta di Kabul (Operazione Aquila Omnia). “Il duplice rischiaramento che già esprimeva un’ampia gamma di capacità, ha visto una forte espansione operativa che ha richiesto un adeguato ampliamento logistico ad Alì Al Salem”, ha dichiarato il colonnello Antonio Vivolo, comandante dell’IT NCC Air. (6)

il Colonnello Luca Giuseppe Vitaliti e il Colonnello Antonio Vivolo, comandante dell’IT NCC Air

Il rafforzamento del dispositivo aereo e missilistico italiano nell’emirato ha coinciso con la produzione e la consegna alle forze armate del Kuwait dei primi caccia Eurofighter, nell’ambito del contratto sottoscritto nell’aprile 2016 con l’holding Leonardo-Finmeccanica per la fornitura di 22 monoposto e 6 biposto, valore otto miliardi di euro, più relative attività logistiche, di manutenzione e addestramento degli equipaggi e del personale a terra. L’accordo venne firmato dal vice premier e ministro della Difesa, Sheikh Khaled Al-Jarrah al-Sabah, e dall’allora amministratore delegato di Leonardo, Mauro Moretti, in occasione della visita ufficiale a Kuwait City della ministra della Difesa, Roberta Pinotti (Pd).

Con una lunghezza di 16 metri e un’apertura alare di 11, l’Eurofighter Typhoon raggiunge la velocità massima di 2 mach (2.456 Km/h) e un’autonomia di volo di 3.700 km. Il velivolo può essere armato con cannoni Mauser da 27 mm, bombe a caduta libera e a guida GPS, missili aria-aria, aria-superficie e antinave a guida radar e infrarossa. “L’Eurofighter è un caccia di quarta generazione, il più avanzato aereo da combattimento mai sviluppato in Europa, in grado di offrire capacità operative di ampio respiro e un’efficacia impareggiabile”, riporta la scheda tecnica predisposta dall’Aeronautica Militare italiana. “Il Typhoon è la spina dorsale della difesa aerea nazionale ma ha ormai completato la sua trasformazione in velivolo  con significative capacità di attacco al suolo. A ciò si aggiunge la capacità ISR (Intelligence, Surveillance and Reconnaissance) che attualmente viene impiegata in Kuwait nell’ambito delle operazioni contro il Daesh”. (7) Parole che evidenziano l’intento promozionale del velivolo da guerra di Leonardo S.p.A. da parte dell’Aeronautica, a riprova di come si sia consolidato il complesso militare-industriale nazionale.

La produzione dei 28 caccia destinati al Kuwait avviene nello stabilimento Leonardo di Torino-Caselle, anche se il programma Eurofighter è promosso e gestito dal consorzio Eurofighter GmbH, con sede a Monaco (Germania), controllato oltre che dal gruppo italiano, dai colossi aerospaziali BAE Systems e Airbus Defence. “Leonardo con le sue attività realizza circa il 36% del valore dell’intero programma con un ruolo chiave nella componente aeronautica e in quella dell’elettronica di bordo”, scrive la Difesa. “La società è protagonista anche del nuovo radar Captor-E a scansione elettronica AESA (Active Electronically Scanned Array) che caratterizza gli Eurofighter ordinati dal Kuwait, incrementandone performance e competitività”. (8) Per le missioni di individuazioni dei target, come quelle in corso in territorio iracheno, gli Eurofighter made in Italy sono dotati del pod RecceLite, un sistema di ricognizione video-fotografica con sensori digitali elettro-ottici ed all’infrarosso, prodotto dall’azienda israeliana Rafael Advanced Defense Ltd..

Il trasferimento da Torino Caselle sino in Kuwait dei primi due velivoli Eurofighter acquistati dall’emirato è avvenuto lo scorso 14 dicembre con un’operazione che ha visto l’impiego da parte dell’Aeronautica Militare di due velivoli KC-767A del 14° Stormo di Pratica di Mare per il rifornimento in volo dei caccia e di due Eurofighter del 4° Stormo di Grosseto. Punto di arrivo la base di Alì Al Salem, dove le autorità kuwaitiane, i militari italiani e i tecnici di Leonardo hanno realizzato la Eurofighter Town, un’ampia area con hangar, piazzole e officine di manutenzione che ospiterà tutti i 28 velivoli ordinati e la cui consegna si concluderà entro al fine del 2023.

“Il volo di trasferimento dei primi due Typhoon sancisce la conclusione della prima fase addestrativa a favore del personale militare kuwaitiano in Italia e contemporaneamente dà inizio e impulso ad una nuova fase di implementazione operativa in Kuwait del sistema d’arma”, ha dichiarato il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, gen. Luca Goretti. Per la formazione dei piloti e dei tecnici della Kuwait Air Force sono stati coinvolti diversi reparti italiani e l’Aeronautica si è fatta carico pure della certificazione e del controllo qualità dei nuovi velivoli. A partire del gennaio 2020 più di una trentina di top gun kuwaitiani hanno svolto corsi di addestramento avanzato presso l’International Flight Training School del 61° Stormo di Lecce-Galatina e presso il Reparto Sperimentale Volo di Pratica di Mare.

La conversione operativa dei piloti sul caccia Eurofighter e l’addestramento nel settore Electronic Warfare vengono svolti presso il 20° Gruppo OCU (Operational Conversion Unit) del 4° Stormo di Grosseto, mentre i corsi di Aviation English sono predisposti dallo specifico Centro di formazione dell’Aeronautica di Loreto (Ancona). Il personale kuwaitiano frequenta inoltre i corsi teorico-pratici presso la Scuola Specialisti di Caserta e il 1° Reparto Manutenzione Velivoli di Cameri (Novara), approfondendo il funzionamento dei vari sistemi di bordo ed armamento dell’Eurofighter. A Caserta l’Aeronautica italiana ha promosso infine un progetto di mediazione e integrazione culturale in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Politiche Jean Monnet dell’Università della Campania Luigi Vanvitelli, con tanto di seminari e conferenze “sul mondo arabo e il Kuwait”. (9)

Come ha avuto modo di dichiarare a Formiche.net il sottosegretario alla difesa Giorgio Mulè (l’intervista è stata pubblicata l’1 dicembre 2021), la consegna dei velivoli da guerra all’emirato “rappresenta l’apertura di un portone” per l’industria bellica. “È già stata tracciata una strada che prevede un’ulteriore e significativa partecipazione del sistema industriale italiano della difesa in Kuwait”, ha aggiunto Mulè. “Una delegazione dello Stato maggiore del Kuwait verrà per due giorni in Italia per visitare il Comando per le Operazioni in Rete della Difesa e per incontrare alcune aziende italiane, come il consorzio formato da Telsy, del gruppo Tim, Cy4Gate e Deloitte per un seminario e una dimostrazione sui perimetri nazionali di sicurezza cibernetica”. Sempre secondo il sottosegretario di Forza Italia, le forze armate del paese arabo guarderebbero con un certo interesse anche al sistema anti-drone Adrian di Elettronica S.p.A., al sistema missilistico terra-aria SkyguardAspide coprodotto da MBDA-Italia e Rheinmetall Italia e al “weapon package di MBDA, Leonardo e Rwm”. (10) Insomma di affari ce ne sono per tutti e la missione anti-ISIS continuerà a fare da ottima vetrina del made in Italy a spese ovviamente degli ignari contribuenti.