AGGIORNAMENTI

Pagine Esteri, 21 aprile ore 14.40 – Attraverso il proprio canale Telegram, lo Stato Islamico ha rivendicato la responsabilità dell’attentato che ha ucciso, secondo il bilancio attuale, 11 persone in una moschea di  Mazar-e-Sharif, nel nord dell’Afghanistan. Ma il numero delle vittime potrebbe essere maggiore. Il gruppo terroristico afferma che un proprio adepto, nella mattinata di oggi, avrebbe depositato una borsa contenente esplosivo all’interno della moschea e che la detonazione sarebbe avvenuta a distanza, nel momento di massima affluenza dei fedeli. La strage alla moschea di Mazar-e-Sharif arriva solo 2 giorni dopo il sanguinoso attentato alla scuola per ragazzi di Kabul.

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di Valeria Cagnazzo

Pagine Esteri, 19 aprile 2022 – Sarebbero almeno sei le vittime e undici i feriti di tre esplosioni avvenute martedì 19 aprile in una scuola per ragazzi nel quartiere Dasht-e-Barchi, a Kabul. Oltre all’istituto superiore Abdul Rahim Shahid, è stato colpito anche un centro educativo vicino. Alcune fonti porterebbero il bilancio a venticinque morti. “Le forze di polizia sono sul posto e stanno portando avanti le indagini”, ha dichiarato il portavoce della polizia di Kabul, Khalid Zadran.

L’attentato non è stato al momento rivendicato ancora da nessun gruppo terroristico, per quanto diverse fonti ne attribuiscano la matrice allo Stato Islamico del Khorasan (ISIS-K). Dal ritorno al potere dei talebani nell’agosto 2022, gli uomini dell’ISIS-K hanno già colpito il Paese in diversi attentati, il più massiccio proprio alla fine di quello stesso mese, nell’aeroporto di Kabul, nella fase finale delle evacuazioni dal Paese: persero la vita oltre 170 persone. L’attacco alla scuola maschile non è stato, tuttavia, ancora ufficialmente rivendicato dallo Stato Islamico.

Ci sono alcune vittime tra la nostra popolazione sciita” ha sottolineato il comandante Khalid Zabran dopo l’attentato, avvenuto, secondo alcuni testimoni, in pieno giorno, proprio nel momento in cui i ragazzi uscivano dalle classi. Dash-e-Barchi, dove sorge la scuola superiore, è, infatti, un quartiere di Kabul a maggioranza sciita.

Già in passato la comunità hazara sciita era stata colpita da attentati terroristici. Nel mese di maggio del 2021, nello stesso quartiere, il bersaglio era stata un’altra scuola, in quel caso un istituto femminile. Quella volta, il bilancio delle vittime era stato di oltre 85 morti e almeno 150 feriti. Alla prima esplosione, di un’auto-bomba lasciata davanti alla scuola, ne erano seguite altre due, detonate proprio in mezzo alla folla di studentesse in fuga. Nonostante il numero di attentati nel Paese sembri essersi ridotto negli ultimi mesi, lo Stato Islamico continua a colpire i civili, e la comunità sciita è tra i suoi principali target.

Gli hazari sono stati del resto già in passato vittime di persecuzioni anche da parte dei Talebani, che non sembrano aver cambiato atteggiamento nei loro confronti. Il 30 agosto scorso tredici hazari furono giustiziati dai talebani: nove di loro erano ex membri delle forze del governo, ma le altre vittime erano civili, compresa una ragazza di 17 anni. In quel caso Amnesty denunciò l’esecuzione extragiudiziale come un crimine compiuto “a sangue freddo”. Solo poco più di un mese prima, a inizio luglio, i talebani avevano di nuovo colpito la comunità hazara: nove hazari erano stati prelevati dal villaggio di Mundarakht, sei di loro furono fucilati e gli altri tre “torturati a morte”.

L’attentato della scuola maschile di Kabul è stato già condannato da diverse ONG presenti nel Paese. “Non è cambiato niente. Il volto di questo Paese resta solcato da una guerra che continua a manifestarsi. Procede indisturbata la lenta distruzione del popolo afghano sotto gli occhi di un mondo che sta solo a guardare”, ha commentato la Presidente dell’ONG Emergency, Rossella Miccio. Nell’ospedale di Kabul dell’organizzazione sanitaria per vittime di guerra sarebbero stati già accolti al momento un uomo di 45 anni, deceduto all’arrivo, e dieci ragazzi feriti di età compresa tra i 16 e i 19 anni. “Solo ad aprile avevamo già ricevuto, feriti da attentati ed esplosioni, 70 pazienti”, si legge sull’account ufficiale dell’ONG.

Ferma anche la condanna di UNAMA, la Missione di Assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan. “UNAMA condanna inequivocabilmente gli atroci attacchi alle scuole di Kabul oggi”, si legge sull’account Twitter dell’agenzia. “I responsabili di crimini che colpiscono scuole e bambini devono essere portati davanti alla giustizia. L’inviato Onu Deborah Lyons esprime le sue più profonde condoglianze ai familiari delle vittime e augura ai feriti una pronta guarigione”.