di Rajaa Ibnou – Gaza Freestyle

(le foto sono di Alessandro Levati, Elitta Rebeggianni, Stefano Taggiano, Paolo Trainito)

Pagine Esteri, 8 giugno 2022 – Lo scorso 2 giugno, 70 attiviste e attivisti provenienti da tutta Italia hanno raggiunto la Striscia di Gaza per partecipare allo scambio culturale promosso dal Gaza Freestyle in collaborazione con il Centro Italiano Vittorio Arrigoni e ACS italia – Associazione di Cooperazione e Solidarietà.

Il Centro Italiano di Scambio culturale Vittorio Arrigoni nasce dopo la morte di Vik nel 2011, e oggi ospita diverse attività nella sua sede a Gaza City: oltre a coordinare l’ingresso di tante persone che dall’Italia vogliono raggiungere Gaza per vedere con i propri occhi la Palestina e viverne i valori di resistenza e autodeterminazione che la caratterizzano, il Centro è diventato un punto di riferimento per molti giovani autoctoni.

Il gruppo del Gaza Freestyle

Dal 2014 il Gaza Freestyle ha organizzato diverse attività utilizzando lo sport, l’arte, la musica come mezzi per avvicinarsi a una popolazione che da anni subisce un isolamento violento, ingiusto e crudele a causa di Israele.

Superando questo blocco fisico e psicologico subito dai palestinesi di Gaza, i 70 attivisti, circensi, skater, musicisti e artisti hanno affrontato 12 ore di controlli prima di arrivare a destinazione e iniziare le attività del Gaza Freestyle Festival.

Se per chi ha il passaporto europeo raggiungere Gaza è difficile e complesso, per le persone gazawe è quasi impossibile a meno che non abbiano grosse disponibilità economiche e molta fortuna. Ecco perché è necessario continuare a evidenziare l’ingiustizia di questo isolamento, che colpisce più di 2 milioni di persone recluse in poco più di 365km quadrati, private di acqua potabile, elettricità continua e costrette alla violenza dei bombardamenti.

Dopo il primo giorno di preparativi, il 4 giugno è iniziato il Forum delle Donne a Gaza City: tre giorni di scambio, confronto, workshop e attività che hanno dato spazio al lavoro delle associazioni locali sulle questioni legate alla violenza di genere, dell’occupazione e del tradizionalismo, passando poi alla rappresentazione della donna palestinese dai media fino ad arrivare alla storia del femminismo in Italia e in Palestina. Per tre giorni le associazioni locali si sono incontrate dando vita a interessanti dibattiti e scambi.

A salire sul palco, tra le tante, Anche Mariam Abu Daqqa, le giovani attiviste di We Are Not Numbers, l’organizzazione Aisha, le militanti di Union of Palestinian Women Commettee e Palestinian Development Women Studies Association, il sindacato informale delle Donne e molte altre. E poi Meri Calvelli, Alessandra Mecozzi della Casa Internazionale delle Donne di Roma, le attiviste di Mutuo Soccorso Milano e Gaza Freestyle. Tantissime le testimonianze e i messaggi di solidarietà, vicinanza e di lotta.

Il Forum si è poi concluso con il Game Of Priviledge, con presenza anche maschile; il gioco ha aiutato molto i/le partecipanti a comprendere il proprio posizionamento nella società, in una scala di privilegi che troppo spesso isola chi non ne ha.

In una atmosfera di vicinanza estrema e potenza infinita, è finito il Forum ma non lo scambio. In questi giorni continuano infatti le attività di scambio tra donne, il gigantesco lavoro del gruppo circense del Circus in Gaza, la creazione del gigantesco murales al porto di Gaza City del Gruppo degli artisti, le attività con le donne del Gruppo Skate e le produzioni del Gruppo Musica.

Dopo aver concluso i lavori al parco polifunzionale Green Hopes-Gaza, situato al confine nord della Striscia, il Gaza Freestyle festival si appresta a concludere la sua nona edizione con un Forum delle Donne che ha visto tutte le partecipanti coinvolte nella costruzione di nuovi momenti di confronto e condivisione. Pagine Esteri