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di Davide Matrone[1] e Mishell Mantuano[2]

Pagine Esteri, 15 giugno 2022 – Quito. In data 13 giugno 2022, la Confederazione delle nazionalità indigene dell’Ecuador, Conaie, ha proclamato lo sciopero nazionale ad oltranza. Hanno aderito a questo appello studenti delle scuole superiori e università, medici, personale sanitario, donne, femministe, dissidenti, contadine, agricoltori, coltivatori di riso, coltivatori di banane, organizzazioni sociali, popoli e nazionalità indigeni e afrodiscendenti.

Ci sono diversi motivi che muovono la rivolta di tutti i settori in Ecuador, e molte sono le richieste e le rivendicazioni. Ecco alcune:

  • La riduzione dei prezzi del carburante,
  • Prezzi equi per i prodotti agricoli nelle tre regioni dell’Ecuador,
  • Sussidi al sistema produttivo,
  • Lavoro dignitoso, libertà di associazione e organizzazione della classe operaia,
  • No all’espansione della zona estrattiva e petrolifera,
  • Garanzia dei 21 diritti collettivi,
  • No alla privatizzazione del patrimonio nazionale e dei settori strategici,
  • Politica di controllo dei prezzi nel mercato, per rispondere all’alto costo della vita,
  • Garantire l’accesso all’istruzione per ragazzi, ragazze, adolescenti e giovani. Riforme alla Legge Organica dell’Educazione Interculturale.
  • Accesso a una salute di qualità, aumento del budget nazionale.

Così, dalle 00:00 del 13 giugno 2022, sono iniziate le mobilitazioni e la chiusura delle strade in diverse regioni dell’Ecuador. La Confederazione delle Nazionalità Indigene dell’Amazzonia ecuadoriana, Confeniae, è stata la prima ad avviare le mobilitazioni, dai suoi territori, disponendo la chiusura delle strade Puyo-Macas, Puyo-Tena, tra i limiti di Napo e Pastaza. A loro si è unita poi la nazionalità Kichwa di Ai Kofán della regione di Sucumbíos.

Proteste e sciopero in Ecuador

Lo stesso è accaduto in altre regioni come Cotopaxi, Pichincha, Imbabura, El Oro, Guayas, Azuay. Durante il primo giorno si è registrata la repressione della Polizia Nazionale nei confronti della Comunità Ancestrale La Toglia, del popolo Kitu Kara della città di Quito che hanno riferito di essere stati attaccati da agenti della polizia mentre protestavano legittimamente come stabilito dalla Costituzione. In alcuni video trasmessi da Indymedia.ec si può vedere come la forza pubblica reprima i manifestanti, lanciando loro gas, spingendoli e minacciandoli di arresto.

Allo stesso modo, la forza pubblica ha attaccato gli studenti dell’Istituto Nazionale Mejía di Quito mentre manifestavano e chiedevano al governo l’accesso all’istruzione, quote più ampie per entrare nelle università, niente più violenze sessuali e morti nelle aule. Tuttavia, la risposta della polizia è stata di disperderli e arrestarli illegalmente e arbitrariamente.

 

Seconda giornata

Nelle prime ore del mattino del 14 giugno 2022, durante il secondo giorno di mobilitazioni indefinite indette dai settori popolari dell’Ecuador, il Presidente della Confederazione delle nazionalità indigene dell’Ecuador, Conaie, Leónidas Iza, è stato arrestato illegalmente e arbitrariamente dall’élite dei gruppi della Polizia Nazionale e delle Forze Armate dell’Ecuador.

Immediatamente, la struttura organizzativa della Conaie, le organizzazioni contadine, i popoli nazionali e vari settori del mondo del lavoro si sono espressi e hanno chiesto la liberazione del leader indigeno.

Leónidas Iza, Presidente CONAIE

L’avvocato David Cordero, in un’intervista per i media comunitari Wambra, ha affermato che l’arresto di Leónidas Iza non sarebbe mai dovuto avvenire, “ogni persona ha diritto alla libertà e può essere limitata o ridotta solo da un’ingiunzione del tribunale. Per quanto ne sappiamo, a Iza non è stato mostrato alcun ordine giudiziario o ordine di un’autorità competente per il suo arresto”.

Inoltre, ha aggiunto che il leader indigeno o qualsiasi altro non può essere ritenuto responsabile per atti commessi in una mobilitazione indetta da organizzazioni, sindacati e società in generale. Perché ciò implica una criminalizzazione della protesta sociale ed è qualcosa che lede i diritti umani.

Quello che si sa ad oggi è che Iza è stato trasferito a Latacunga per tenere l’udienza dell’Habeas Corpus presentata dal suo avvocato Lenin Sarzosa, per garantire la restituzione dei suoi diritti, poiché “la detenzione è stata illegale e assurda”, ha aggiunto l’avvocato.

Dopo il trasferimento del leader indigeno a Latacunga, le basi del Movimento Indigeno Contadino di Cotopaxi si sono spostate presso la Procura provinciale della Regione per chiederne la liberazione.

Da parte sua, il presidente Guillermo Lasso ha descritto le mobilitazioni come atti di vandalismo e ha sottolineato che “non possiamo permettere che gruppi politici possano destabilizzare e paralizzare nuovamente il Paese. Fermarsi è la cosa peggiore che possiamo fare quando ci stiamo riattivando. Dobbiamo lavorare per uscire dalla crisi. Ci siamo fatti tutti del male con una protesta violenta”.

Nel frattempo, le organizzazioni per i diritti umani hanno denunciato e respinto l’arresto di Leónidas Iza, rimarranno vigili su tutto ciò che può accadere e sulla violazione dei diritti che si generano e possono essere generati durante lo sciopero a tempo indeterminato.

Intanto, già cominciano a giungere messaggi di solidarietà nei confronti di Leonidas Iza a livello internazionale come quella della Commissione Interamericana dei Diritti Umani (CIDH), del Premio Nobel per la Pace Adolfo Pérez Esquivel e dell’Ex Presidente della Bolivia Evo Morales.

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[1] Docente alla Facoltà di Comunicazione all’Università Politecnica Salesiana di Quito

[2] Redattrice e giornalista di Wambra.ec medio comunitario