della redazione – 

Pagine Esteri, 19 dicembre 2022 – Presentato il documentario prodotto da Pagine Esteri, “Il cielo di Sabra e Chatila”, girato nei campi profughi palestinesi del Libano in occasione dei 40 anni dalla strage compiuta dalla destra falangista libanese durante l’invasione israeliana del Libano.

La prima proiezione nazionale all’interno del Festival cinematografico “Intimalente”, tenutosi a Caserta tra il 14 e il 18 dicembre ha raccolto entusiasmo, apprezzamento e tanta curiosità.

“Il cielo di Sabra e Chatila” è stato realizzato grazie alla collaborazione con la Spring Edizioni e l’associazione Pixel aps, che ha lanciato la raccolta crowdfunding su Eppela.com 

Il documentario, per la regia di Eliana Riva, racconta quello che è accaduto 40 anni fa ma anche la condizione, oggi, dei profughi palestinesi che ancora vivono i campi nati nel 1948, dopo la proclamazione dello Stato di Israele e l’inizio della Nakba che causò l’espulsione e l’esodo di circa 700.000 palestinesi. I profughi lasciarono le loro case e, in attesa di ritornarci, si rifugiarono in altri stati arabi. Israele, però, non ha mai consentito loro di esercitare il diritto al ritorno, così come sancito dalla Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo, dalla Convenzione di Ginevra e dalle Nazioni Unite. I palestinesi sono quindi rimasti all’interno dei campi. Ancora oggi non hanno diritto, in Libano, ad acquistare abitazioni, alla proprietà privata e ad esercitare moltissime professioni.

La popolazione dei campi profughi è aumentata, anno dopo anno, generazione dopo generazione (oggi siamo alla quarta) ma la superficie non si è allargata, non è permesso, e così l’espansione abitativa si è sviluppata in alto. Un piano sopra l’altro, in situazioni di povertà, di difficoltà estrema, il cielo è spesso oscurato dai palazzi che quasi si toccano nei vicoli di Sabra e Chatila e dai cavi, un groviglio di cavi infinito che causano spesso incidenti e morti.

La voce degli abitanti dei campi, di giornalisti ed esperti accademici accompagna lo spettatore nella storia e nell’attualità di Sabra e Chatila e di tutti gli altri campi profughi palestinesi presenti in Libano, con le immagini di quella che è la quotidianità per centinaia di migliaia di persone, tra cui tantissimi bambini. La storia di Sabra e Chatila e del massacro è tramandata da generazione in generazione e le commemorazioni, nei giorni dell’anniversario della strage, si svolgono all’interno di tutti i campi per rifugiati palestinesi in Libano.

Siamo entrati nei campi insieme a uno dei protagonisti del documentario, Vittorio Rosa, cresciuto a Sabra e Chatila e uscito dal Libano insieme ai combattenti palestinesi dell’Olp, secondo quelli che erano gli accordi negoziati con Israele e le garanzie date dagli Stati Uniti, poco prima che il massacro avvenisse. Abbiamo raccolto la sua storia, i suoi ricordi e l’emozione di tornare a casa dopo 40 anni.

“Il cielo di Sabra e Chatila” inizia da qui il suo viaggio nei Festival e in proiezione in diverse tappe italiane.