MAPPAMONDO – Le brevi

Pagine Esteri, 3 aprile 2023 – Storica sconfitta, in Montenegro, per il padre-padrone della scena politica locale Milo Djukanovic, al potere ininterrottamente per quasi trent’anni, sette volte come capo del governo e due volte in qualità di presidente della Repubblica.
Il giovane economista Jakov Milatovic (36 anni), leader del Movimento centrista ed europeista “Europa Adesso” (Pes), è il nuovo presidente della ex repubblica jugoslava. Secondo il Centro per il monitoraggio e la ricerca (Cemi) sulla base del 100 per cento delle schede scrutinate, nel ballottaggio delle elezioni presidenziali di ieri Milatovic ha ottenuto il 60% dei voti. Il suo sfidante, leader del Partito democratico dei socialisti (Dps) ha ottenuto solo il 40%.
Milatovic ha battuto il suo rivale in tutte le regioni del Paese e praticamente in tutte le città principali; nella capitale Podgorica la vittoria del leader del Pes è stata ancora più schiacciante, con il 69% dei consensi. Buona l’affluenza che, secondo i dati Cemi, è stata del 70,4%.
Il prossimo 11 giugno nel piccolo paese balcanico si terranno le elezioni parlamentari, e Djukanovic – artefice dell’indipendenza del Montenegro da Belgrado nel 2006 – spera in un’affermazione del suo partito per poter bilanciare la presidenza. Ma il suo Partito Democratico dei Socialisti è già uscito sconfitto dalle ultime elezioni legislative nel 2020, e anche questa volta i sondaggi gli sono sfavorevoli.

Lo sconfitto ex presidente, Milo Djukanovic

Nel duello televisivo andato in onda venerdì sera, Milatovic non ha esitato a definire l’ex presidente un autocrate, “l’ultimo dittatore europeo”, accusandolo di aver contribuito al dilagare della corruzione e della criminalità e promettendo una “pagina nuova per il Montenegro”.
Al secondo turno delle presidenziali Milatovic ha ottenuto il sostegno di tutti e cinque gli altri candidati esclusi dal ballottaggio.
“Nei prossimi cinque anni porteremo il Paese nella Ue. Vogliamo i migliori rapporti con i Paesi vicini dei Balcani occidentali” ha detto il vincitore, che nel suo programma elettorale ha anche puntato al miglioramento delle relazioni tra il Montenegro e la Serbia (nel paese almeno un terzo della popolazione è serba).
Djukanovic ha invece ripetutamente accusato Belgrado di portare avanti una politica ‘egemonica’ nella regione sobillando le minoranze serbe. – Pagine Esteri