MAPPAMONDO – Le brevi

Pagine Esteri, 3 aprile 2023 – Pur aumentando in percentuale rispetto alla tornata precedente, è arrivato solamente terzo il Partito Socialdemocratico Finlandese, della premier uscente Sanna Marin, al governo dal 2019 con una coalizione di centrosinistra e artefice dell’imminente ingresso del paese nell’Alleanza Atlantica.
I due principali sfidanti sono cresciuti di più, mentre i partiti alleati dei socialdemocratici hanno registrato un calo, in particolare i verdi; solo i centristi hanno confermato le proprie posizioni con il 12.5%.

A vincere le elezioni sono stati il Partito di Coalizione Nazionale (PCN), di centro destra e la destra estrema della formazione dei Finlandesi, la seconda più votata.
Il partito di Petteri Orpo conquista il 20,7% delle preferenze. Nonostante il debito pubblico finlandese rimanga ben al di sotto di quello degli altri Paesi europei, rappresentando solo il 73% del Pil, Petteri Orpo è riuscito a convincere gli elettori che la crescita di quasi 10 punti nei quattro anni di governo del centrosinistra sia allarmante e che ora sia indispensabile applicare un piano di risparmio di 6 miliardi.

Il partito della destra populista e xenofoba guidato dalla leader Riikka Purra si è piazzato in seconda posizione con poche migliaia di voti in meno. Il Partito dei Finlandesi ha registrato un consistente exploit rispetto alle scorse elezioni, ottenendo il suo massimo storico, basando la propria campagna elettorale sulla richiesta di una stretta nei confronti dell’immigrazione e di una posizione critica nei confronti dell’Unione Europea.

La premier finlandese uscente, Sanna Marin

Il partito della premier uscente si ferma al 19,9%. La formazione del prossimo governo non sarà semplice, visti i risultati. I colloqui, per tradizione, li guiderà il partito uscito vincente dalle elezioni il quale esprimerà anche il premier, che potrebbe essere proprio il leader del Partito di Coalizione Nazionale, Petteri Orpo.

In Finlandia si vota con un sistema proporzionale che assegna seggi per circoscrizioni. Per governare è necessaria una maggioranza di 101 deputati su 200.