Pagine Esteri, 6 aprile 2023 – Israele bombarda il sud del Libano dopo che alcuni razzi sono stati lanciati dal territorio del Paese arabo verso lo Stato ebraico. L’attacco dal Libano sembra essere una risposta ai raid della polizia israeliana, nelle notti del 4 e del 5 aprile, nella moschea di Al Aqsa, a Gerusalemme, durante i quali sono stati feriti centinaia di palestinesi e almeno 400 sono stati arrestati.

Dei 34 katiusha lanciati, 25 sarebbero stati intercettati secondo fonti militari israeliane ma 5 di essi sono caduti a Shlomi e vicino Nahariya, nel nord di Israele, causando danni e, secondo le notizie disponibili, due feriti leggeri. 

Diversi aeroporti israeliani sono stati chiusi, compreso quello di Haifa.

Al momento l’attacco non è stato rivendicato ma è avvenuto poche ore dopo che il movimento Hezbollah ha diramato un comunicato in cui annunciava ritorsioni per quello che è avvenuto sulla Spianata delle Moschee. Tuttavia, i vertici della sicurezza in Israele insistono nel dire che i responsabili dell’attacco sono i palestinesi presenti in Libano, nella zona di Tiro, con ogni probabilità gruppi legati al movimento islamico Hamas.

Razzi caduti nel nord di Israele

Tuttavia si ritiene che un attacco di tale ampiezza – il più intenso dal 2006 verso il territorio israeliano – non avrebbe potuto essere realizzato senza un assenso di Hezbollah che controlla il territorio meridionale libanese.

Netanyahu ha convocato, per questa sera, il Gabinetto di Sicurezza per discutere della situazione.

Nel frattempo la missione Onu (Unifil) presente nel sud del Libano, di cui fanno parte anche un migliaio di militari italiani, attraverso il comandante in capo, il generale Aroldo Lazaro, ha definito la situazione “estremamente seria” ed ha invitato le parti coinvolte “alla calma e ad evitare l’escalation”.