della redazione

Pagine Esteri, 27 aprile 2023 – Questa sera a Gerusalemme si terrà il raduno della destra «One Million-Person March» a sostegno della contestata riforma della giustizia avviata dal governo Netanyahu che, tra i suoi punti, prevede una ampia limitazione dei poteri della Corte suprema. Il raduno avrà per slogan «Avete ricevuto un mandato per correggere l’ingiustizia! Non saremo cittadini di seconda classe!», rivolto a ministri e parlamentari della maggioranza di destra estrema religiosa al potere in Israele.  Si terrà nell’area della Knesset (Parlamento) che per più di tre mesi è stata, assieme a Tel Aviv, il luogo principale della contestazione di centinaia di migliaia di israeliani contro la riforma.

Netanyahu con ogni probabilità non parlerà questa sera, vuole mantenere una posizione di basso profilo perché vede nella manifestazione più di tutto una «legittimazione» del suo governo composto da partiti di estrema destra e ultraortodossi. Collaboratori e alleati del primo ministro garantiscono che stasera «sarà la più grande manifestazione della storia» di Israele. I dimostranti giungeranno da ogni punto di Israele a bordo di mezzi di trasporto pubblico, di auto e di bus messi a disposizione dal Likud di Netanyahu e dai partiti dell’estrema destra Potere ebraico e Sionismo religioso.

Le centinaia di migliaia di manifestanti attesi a Gerusalemme forniranno al primo ministro un motivo per poter proclamare che Israele vuole la riforma della giustizia e la svolta di orientamento religioso che il governo sta dando all’ordinamento giuridico e, in definitiva, all’intero paese.

Netanyahu a fine marzo aveva sospeso l’iter della riforma per consentire colloqui di compromesso con l’opposizione, ospitati dal presidente Isaac Herzog. Gli oppositori del piano però hanno continuato le proteste antigovernative perché esponenti chiave della coalizione hanno promesso che la riforma andrà avanti «in un modo o nell’altro».

La Knesset è convocata il 30 aprile per dibattere di una legge che metterà le nomine giudiziarie sotto il controllo politico, un pilastro centrale del pacchetto legislativo.