Un estratto dell’intervista al direttore dell’Ufficio ONU per il coordinamento degli affari umanitari nei Territori palestinesi occupati (OCHA). Andrea De Domenico è stato costretto a lasciare Gerusalemme dopo che Tel Aviv gli ha negato il visto, cosa che, dal 7 ottobre, accade a molta parte del personale ONU e agli operatori umanitari.
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Secondo l’ONG israeliana Peace Now una parte consistente dei fondi è utilizzata per la costruzione di nuove strade a uso esclusivo dei coloni, per facilitarne i movimenti verso i villaggi palestinesi, dove sempre più spesso organizzano azioni violente nei confronti degli abitanti.
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Hezbollah nei mesi scorsi ha fatto sapere che se si raggiungesse un accordo di cessate il fuoco tra Tel Aviv e Hamas, il lancio di missili e droni dal Libano verso Israele si fermerebbe. Ma a Israele ora non basta più una semplice cessazione delle ostilità e sale la voce di chi vuole un’offensiva ampia. Michele Giorgio, in collegamento video dal confine con il Libano ci aggiorna sulla situazione e sui possibili sviluppi.
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Il direttore del Centro Culturale Ibdaa, Khaled Seifi, è stato arrestato dell’esercito israeliano e rimarrà in prigione per sei mesi, in detenzione amministrativa senza alcuna accusa. Dheisheh, storica roccaforte della sinistra palestinese, anche prima del 7 ottobre era bersaglio di continui raid militari.
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All’inizio del mese un drone israeliano ha colpito un gruppo di civili, uccidendo quattro fratelli. Ibtisan, la madre, ha scoperto ciò che era accaduto guardando un video su Telegram
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Il servizio video di Pagine Esteri dalla città israeliana evacuata di Sderot, al confine con Gaza. Dalla terrazza panoramica sulla collina visitatori e guardie di frontiera guardano la Striscia con i binocoli a gettoni e si scattano foto ricordo. Servizio video di Eliana Riva
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Gli armeni hanno alzato una piccola recinsione per proteggere le loro case e gestiscono un presidio permanente per il timore di nuove incursioni da parte della società immobiliare e degli estremisti israeliani.
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il lavoro pone uno sguardo sulla condizione dei profughi palestinesi oggi in Libano, sulle loro aspirazioni, raccontando come il sogno del rientro nella loro terra di origine si scontri con la difficile realtà libanese e la netta chiusura di Israele al “diritto al ritorno”
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In questo video girato a Gaza in seguito ai bombardamenti israeliani del 2021, Michele Giorgio ci spiega l’utilizzo e l’importanza dell’unica centrale elettrica della Striscia
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Dal 16 al 18 settembre 1982 le Falangi libanesi massacrarono uomini, donne e bambini inermi. Per tre giorni, ininterrottamente, i miliziani usarono armi da fuoco, coltelli, accette per fucilare, decapitare, sgozzare e mutilare un numero imprecisato di civili.
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In alcune zone i soccorsi non sono mai arrivati. La distruzione ha trasformato i luoghi, creando città fantasma e accampamenti di fortuna.
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Michele Giorgio, dal campo profughi di Jenin, ci mostra e racconta le distruzioni causate dai mezzi israeliani durante la più massiccia operazione militare in Cisgiordania degli ultimi venti anni. Saranno i civili a dover pagare il costo maggiore.
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