di Redazione

Pagine Esteri, 5 maggio 2023 – Il giudice della Corte suprema del Brasile, Alexandre de Moraes, ha disposto il sequestro del passaporto dell’ex presidente della Repubblica, Jair Bolsonaro, nell’ambito dell’inchiesta sulla falsificazione dei certificati di vaccinazione che ha portato ieri mattina all’arresto di sei ex collaboratori dell’esponente di estrema destra e alla perquisizione in casa dell’ex capo dello Stato e di altre 13 persone tra Brasilia e Rio de Janeiro. Nel corso dell’operazione a casa di Bolsonaro, la Polizia federale ha anche sequestrato il cellulare dell’ex capo dello Stato.

Intanto Jair Bolsonaro si è rifiutato di deporre davanti alla Polizia. L’ex presidente – ha affermato l’avvocato Fabio Wajngarten – testimonierà davanti alla Polizia federale solo quando la difesa avrà pieno accesso agli atti dell’indagine. Dal canto suo Bolsonaro nega ogni accusa. «Non mi è mai stato chiesto il certificato di vaccinazione. Non ci sono state manomissioni da parte mia. Non mi sono vaccinato, questo non l’ho mai negato. È stata una mia decisione personale. Anche mia figlia Laura di 12 anni non lo ha fatto. Mia moglie ha fatto il vaccino Janssen negli Stati Uniti», ha detto alla stampa nei pressi della sua abitazione al termine della perquisizione.
Secondo le indagini, però, i certificati di vaccinazione sarebbero stati falsificati a dicembre del 2022 perché potessero essere utilizzati per viaggiare negli Stati Uniti, dove all’epoca era ancora richiesto il documento. In particolare, nel sistema del ministero della Salute risulta che Bolsonaro abbia assunto due dosi di vaccino: la prima il 13 agosto e la seconda il 14 ottobre, presso un centro municipale della città di Duque di Caxias, stato di Rio de Janeiro.

I dati, secondo gli inquirenti, sono stati inseriti nel Sistema informativo del Programma nazionale di immunizzazione solo il 21 dicembre, dall’assessore alla sanità del municipio di Duque de Caxias, Joao Carlos de Sousa Brecha. Una settimana dopo, il 27 dicembre, l’informazione è stata cancellata dal sistema da una funzionaria sostenendo un “errore”, ma solo dopo che era servita per produrre i documenti utili per l’ingresso della famiglia dell’ex presidente negli Stati Uniti.
Bolsonaro e la famiglia sono volati a Miami, in Florida, il 30 dicembre del 2022, 24 ore prima della scadenza del mandato presidenziale.

Il ministero della Salute del Brasile ha offerto piena collaborazione a polizia e magistratura nell’inchiesta ed escluso che il sistema di certificazione Conecte Sus sia stato vittima di un attacco informatico, confermando che i dati falsi sono stati illecitamente inserite da un operatore esterno e poi cancellato, senza alcuna irregolarità tecnica.

Secondo la polizia federale, l’obiettivo dell’ex capo dello stato sarebbe stato «mantenere l’elemento identitario coerente rispetto ai propri orientamenti ideologici» di contrarietà alla vaccinazione e negazionismo verso la gravità della pandemia. – Pagine Esteri