di Redazione

Pagine Esteri, 15 maggio 2023 – I partiti di opposizione in Thailandia hanno vinto le elezioni per il rinnovo della Camera, segnando la possibile fine del governo del primo ministro Prayuth Chan-ocha, ex generale ed ex capo dell’Esercito al potere da quasi nove anni, dopo il golpe militare che nel 2014 pose bruscamente fine al governo della premier Yingluck Shinawatra.
Con l’84,5% delle schede scrutinate, il movimento di opposizione antimonarchico Move Forward – guidato dal 43enne imprenditore Pita Limjaroenrat – ha ottenuto 151 seggi, divenendo il primo partito dell’assemblea. Altri 141 seggi vanno al Pheu Thai, la forza politica guidata dalla 36enne Paetongtarn Shinawatra, nipote di Yingluck e figlia maggiore dell’ex primo ministro Thaksin Shinawatra, deposto a sua volta da un colpo di Stato militare nel 2006, e in esilio autoimposto dal 2008. Il Palang Pracharat del primo ministro uscente Prayuth si è piazzato solo quarto, con 42 seggi. I due partiti vincitori, che si ritiene possano trovare un’intesa di governo, totalizzerebbero quasi 300 deputati, su un totale di 500. Una posizione di controllo che potrebbe uscire ulteriormente rafforzata nel caso in cui alla coalizione aderisse anche il partito Bhumjaithai, arrivato terzo con 68 seggi.

Il voto serviva a d eleggere i membri della camera bassa dell’Assemblea nazionale, da cui dipenderanno la nomina del prossimo capo di governo e l’indirizzo politico ed economico del Paese per i prossimi quattro anni. Molti thailandesi ritengono le votazioni una scelta di campo tra il pieno ripristino delle istituzioni democratiche e il mantenimento del governo delle forze armate. Queste ultime esercitano tuttora una fortissima influenza sulla politica thailandese, grazie alla vicinanza alla monarchia e alle disposizioni della Costituzione scritta e approvata dalla giunta militare nel 2017, prima di un ritorno alle urne che consentì a Prayuth di restare al potere dismettendo la divisa militare e indossando i panni del leader politico.

L’elezione dei 500 deputati della camera bassa avviene sulla base di un sistema elettorale misto: 350 deputati vengono eletti in altrettanti collegi uninominali, mentre i rimanenti 150 seggi vengono assegnati secondo criteri di rappresentanza proporzionale. Il voto per l’elezione del prossimo capo del governo si terrà probabilmente in agosto, e il premier sarà eletto dalle due camere in seduta congiunta: la Costituzione del 2017 non prevede però alcuna elezione per i 250 membri del Senato, che sono stati nominati dal Consiglio nazionale per la pace e l’ordine, la giunta che ha governato la Thailandia tra il 2014 e il 2019. – Pagine Esteri