di Redazione
Pagine Esteri, 21 maggio 2023 – Il partito indipendentista di sinistra Sinn Féin ha ottenuto una vittoria storica nelle elezioni amministrative celebrate alla fine della settimana in Irlanda del Nord.
Alle amministrative lo Sinn Féin ha conquistato il 31% dei voti, aumentando di quasi 8 punti percentuali rispetto alle elezioni del 2019. I repubblicani sono avanzati ovunque e sono giunti per la prima volta in testa anche nelle circoscrizioni di Banbridge e Craigavon.
La destra unionista del Dup ha invece ottenuto solo il 23,3% (calando dello 0,8%), nonostante avesse presentato la tornata elettorale come l’occasione per dimostrare che le richieste della comunità filobritannica – che pretende il ristabilimento delle barriere doganali tra Irlanda del Nord e Repubblica d’Irlanda – sono maggioritarie.
Il Partito dell’Alleanza, di natura intercomunitaria e centrista, ha avuto un risultato più limitato di quanto sperato dopo il successo alle regionali, così come gli estremisti unionisti della “Voce Unionista Tradizionale”, che critica il Dup da posizioni oltranziste.
Nelle undici circoscrizioni in cui è diviso il territorio irlandese sotto amministrazione britannica, lo Sinn Féin ha conquistato 144 eletti (+39); il Dup ha riconfermato i suoi 122; l’Alliance Party è salita a 67 (+14); l’Ulster Unionist Party è sceso a 54 (-21); i Socialdemocratici e Laburisti (centrosinistra repubblicano) si sono fermati 39 consiglieri (-20); Traditional Unionist Voice ha ottenuto 9 rappresentanti (+3), i Verdi 5 (-3), la sinistra socialista di People Before Profit solo 2 (-3) e Aontú, piccola scissione tradizionalista e conservatrice del Sinn Féin, ha perso il suo unico consigliere. Le candidature indipendenti hanno invece ottenuto 19 rappresentanti.
I nazionalisti, favorevoli all’unificazione al resto dell’Irlanda delle province del nord sotto amministrazione britannica, erano già stati il partito più votato alle elezioni “regionali” di un anno fa, ma il principale partito di destra filobritannico, il Partito Democratico Unionista (Dup), ha continuato a boicottare la formazione di nuovo governo di coalizione – imposto dagli Accordi del Venerdì Santo del 1998, che portarono allo scioglimento dell’Esercito Repubblicano Irlandese e alla fine dell’attività armata da parte delle milizie unioniste – per evitare che la leader repubblicana Michelle O’Neill possa guidare l’esecutivo di Stormont.
Il Dup ha deciso di paralizzare le istituzioni locali nordirlandesi per protestate contro il Protocollo per l’Irlanda, l’accordo siglato dopo la Brexit tra Londra e Bruxelles. Neanche il cosiddetto Accordo quadro di Windsor, che in parte corregge il Protocollo, firmato dal premier britannico Rishi Sunak con l’UE, ha convinto la destra unionista a cambiare atteggiamento.
Dopo la chiusura delle urne Michelle O’Neill ha sollecitato Londra e Bruxelles a premere sugli unionisti per convincerli a consentire la formazione del governo dell’Irlanda del Nord. – Pagine Esteri