Comunicato di Azione contro la Fame
Azione contro la Fame è allarmata e preoccupata per l’aggravarsi della crisi umanitaria in Sudan, risultato di oltre 14 mesi di conflitto che ha devastato la sicurezza alimentare e nutrizionale del Paese. Secondo l’analisi della Classificazione Integrata delle Fasi della sicurezza alimentare (IPC), pubblicata oggi, il Sudan sta affrontando i peggiori livelli di insicurezza alimentare mai registrati.
Il recente rapporto evidenzia che 755.000 persone si trovano in condizioni di disastro (Fase 5 dell’IPC) o di carestia in dieci Stati, tra cui i cinque Stati della regione del Darfur, nonché il Kordofan Meridionale e Settentrionale, il Nilo Azzurro, Gezira e Khartum. Inoltre, 8,5 milioni di persone si trovano in situazioni di emergenza (Fase 4 dell’IPC) e c’è un rischio reale di carestia in 14 aree se il conflitto si intensifica.
“Siamo profondamente scioccati dalla terribile situazione che colpisce milioni di sudanesi”, afferma Samy Guessabi, direttore di Azione contro la Fame in Sudan. L’escalation del conflitto e l’uso della fame come arma di guerra hanno portato a un deterioramento senza precedenti della sicurezza alimentare, con oltre 25,6 milioni di persone (più della metà della popolazione del Paese) che si prevede debbano affrontare condizioni di crisi o peggiori (IPC Fase 3 o superiore) tra giugno e settembre 2024, in coincidenza con la stagione di magra. “Questa situazione è particolarmente critica per le popolazioni intrappolate nelle zone di conflitto e senza accesso alla protezione”, aggiunge Guessabi.
L’insicurezza alimentare è stata aggravata dalla durata del conflitto che limita gli spostamenti e l’accesso ai mercati e ai servizi di base, dalla distruzione delle aree agricole, dalla peggiore crisi di sfollamento al mondo, con oltre 10 milioni di sfollati interni e più di 2 milioni di rifugiati in fuga verso altri Paesi, nonché dall’inflazione e dall’aumento dei prezzi dei generi alimentari, che sono cresciuti fino al 296% per alcuni prodotti di base.
Azione contro la Fame lancia un appello urgente ai governi, alle organizzazioni internazionali e ai donatori affinché aumentino il loro sostegno e la loro solidarietà al Sudan. “La portata di questa crisi richiede una risposta coordinata e sostenuta per evitare una catastrofe umanitaria ancora più grave”, ha dichiarato Samy Guessabi.
Azione contro la Fame lavora in Sudan dal 2018 e ha intensificato i suoi sforzi dall’inizio del conflitto. Operando negli Stati del Nilo Bianco, Nilo Azzurro, Kordofan Meridionale e Darfur Centrale, l’anno scorso ha sostenuto quasi 500.000 persone.