di Davide Matrone –
Pagine Esteri, 2 luglio 2024. Quito, Ecuador. Non basta l’impegno del governo di provare a risolvere l’obbrobrio normativo che identifica i trans come “malati di mente”. Le associazioni pretendono che si concretizzi l’intervento e che la legge venga cancellata. Non cessano le polemiche e le manifestazioni dopo la pubblicazione del Decreto Supremo N° 009-2024-SA, firmato dalla presidenta Dina Boluarte, il Ministro della Salute, César Vásquez, e il Ministro dell’Economia e delle Finanze, José Arista per l’attualizzazione del Plan Esencial de Aseguramiento en Salud (PEAS). Nel Decreto Supremo si dichiara che il transessualismo, il travestitismo, il disturbo dell’identità di genere nell’infanzia e l’orientazione sessuale egodistonico rientrino nella categoria dei disturbi mentali. Secondo Shely Cabrera, responsabile del Programma di Sessualità e Autonomia Fisica dell’organizzazione femminista Manuela Ramos, questo provvedimento governativo causerebbe, alla comunità LGBTQIA+ peruviana, molti problemi come per esempio l’esclusione dalla copertura medica da parte dal alcuni instituti assicurativi privati per migliaia di persone. Inoltre, ci saranno delle ripercussioni gravi all’interno della società peruviana come la costruzione di discorsi che possono attentare la vita delle persone trans avallati oggi dal Governo che sanziona la transessualità una malattia. I trans saranno esposti e sottoposti a uno degli sforzi per cambiare l’orientamento sessuale e l’identità o l’espressione di genere (ECOSIEG), come le terapie di conversione.
Secondo i rappresentati dei gruppi LGBTQIA+, c’è un errore di fondo da parte del Governo Baluarte e del Ministero della Salute e cioè la mancata applicazione dell’ICD 11 dell’OMS, sostituita dall’ICD 10 che applica oggi il governo peruviano. L’IDC è la classificazione internazionale delle malattie, è un sistema diagnostico globale approvato dall’Assemblea Mondiale della Salute (OMS). L’ICD 11 oggi in vigore è quello emanato dall’OMS nel 2022. Questa non patologizza, non considera le diversità sessuali e di genere come disturbi o malattie di alcun tipo. C’è un precedente decreto, quello del 2021, che aggiorna il Piano di Assicurazione Sanitaria e questo, che è 009-2024, lo modifica per aggiungere queste nuove categorie, sulla base dell’ICD-10, che è un documento risalente al 1992.
Ovviamente questa posizione retrograda del governo reazionario e di destra della presidente Boluarte ha generato critiche da parte dei gruppi LGBTQIA+ ma anche dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Sul tema e nei giorni successivi alla promulgazione del Decreto Supremo sono intervenuti altri attori come: La Commissione Interamericana dei Diritti Umani, Il Comitato dei Diritti del Bambino dell’ONU, Il Commissario dei Diritti Umani del Consiglio Europeo che hanno sollecitato i governi di tutto il mondo a riformare le classificazioni mediche perchè la patologizzazione è “una delle cause principali delle violazioni dei diritti umani” alle quali si scontrano le persone delle comunità LGBTQIA+
Inoltre, sono intervenuti anche alcuni deputati del Congresso del Perù come la progressista Flor Pablo Medina, già Ministra dell’Educazione del Perù dal 2019 al 2020, la quale ha presentato un’iniziativa parlamentare affinché venisse derogato il “vergognoso” Decreto Supremo.
Le forti critiche contro il Decreto Supremo 009 – 2024 hanno messo in condizione al Ministero della Salute del Perù di poterlo derogare. Il passato 25 giugno il Ministero della Salute ha pubblicato sul quotidiano El Peruano una risoluzione con l’intento di annullare il Decreto Supremo 009 – 2024 però al momento non si è fatto nulla. I collettivi LGBTQIA+ continuano a pressare il governo affinché si raggiunga il massimo risultato e cioè la derega totale.
Per saperne di più, Pagine Esteri ha contattato Santiago Semit Balvin Gutièrrez del colectivo peruviano Rosa Bianca.
Recentemente il governo del Perù ha pubblicato il Decreto Supremo 009-2024 nel quale include certe categorie come trans tra i malati di mente. Come nasce questo provvedimento e cosa ci puoi dire a riguardo?
A mio avviso, questo decreto nasce anche in base a una pressione da parte delle imprese private che hanno manifestato al MINSA una preoccupazione sul volume della copertura del servizio sanitario nel paese. Il MINSA attraverso questo Decreto ha provocato l’indignazione degli attivisti e delle attiviste che continuano a lottare per i diritti delle persone trans. Ed è grazie a loro che oggi ci sono state delle conquiste nei centri di salute. Il MINSA oggi in Perù retrocede parecchio su questi temi nonostante l’Organizzazione Mondiale della Salute abbia già da qualche anno cambiato strada rispetto al passato, quando ci considerava persone con disturbi mentali. La patologizzazione delle persone trans è molto problematica, implica che i centri di salute abbiano una visione paternalista verso di noi. Questo comportamento in un certo senso ha generato l’obbligo di realizzare dei cambi corporali obbligati per convalidare l’dentità vincolata a una patologia. Si deve eliminare il processo della patologizzazione e l’intervento di terze persone che decidono sulla nostra sessualità. La patoligizzazione è molto problematica nei nostri centri di salute. In Perù ti chiedono addirittura un documento psicologico perché tu possa cambiare il tuo genere.
Quali sono state le reazioni da parte della società civile in Perù?
Si sono tenuti una serie di sit-in e la comunità LGBTQIA+ ha avvisato il governo che ce ne sarebbero stati altri periodicamente, se questa situazione non fosse cambiata. Da quel momento il Ministero ha preso in considerazione il dialogo con i gruppi trans. Nel frattempo ci sono stati degli spazi di dialogo e si è manifestata la nostra indignazione per una retrocessione a un processo di patologizzazione. Il MINSA ha commesso un grande errore nel non ascoltare le persone trans. Gli attivisti e le attiviste sono sempre in allerta su quello che farà il Ministero della Salute. Non ci basta sapere che il Ministero ha l’intenzione di derogare il Decreto, vogliamo che questa intenzione si concretizzi. Pagine Esteri