di Survival International – 

Pagine Esteri, 17 luglio 2024. Nuove, straordinarie immagini diffuse oggi mostrano decine di Mashco Piro incontattati nell’Amazzonia peruviana, a pochi chilometri da una serie di concessioni per il taglio per legno.

Secondo gli attivisti, le immagini sono la dimostrazione di quanto sia urgente revocare tutte le autorizzazioni per il taglio del legno nell’area e riconoscere che il territorio appartiene ai Mashco Piro*, che Survival ritiene essere il popolo incontattato più numeroso al mondo.

Recentemente, oltre 50 Mashco Piro sono apparsi nei pressi del villaggio yine di Monte Salvado, nel Perù sudorientale. In un altro episodio, un diverso gruppo di 17 persone è comparso nei pressi del vicino villaggio di Puerto Nuevo. Gli Yine, un popolo indigeno contattato, parlano una lingua imparentata con quella dei Mashco Piro e già in precedenza avevano segnalato che gli indigeni incontattati denunciavano con rabbia la presenza di taglialegna nella loro terra.

D’estate i Mashco Piro costruiscono capanne temporanee lungo le rive del fiume, dove si riuniscono per raccogliere insieme le uova di tartaruga. © Heinz Plenge Pardo / Frankfurt Zoological Society

Diverse compagnie hanno ottenuto concessioni per il taglio del legno all’interno del territorio che appartiene ai Mashco Piro; la concessione più vicina è solo a pochi chilometri dal luogo in cui sono stati filmati gli indigeni.

Canales Tahuamanu, una compagnia che opera all’interno del territorio dei Mashco Piro, ha costruito oltre 200km di strade per permettere ai suoi mezzi di estrarre il legname. E nonostante il governo peruviano stesso abbia riconosciuto otto anni fa che l’azienda abbatte alberi all’interno del territorio della tribù, la compagnia ha persino ricevuto la certificazione del Forest Stewardship Council (FSC) per le sue attività teoricamente sostenibili ed etiche!

Nuove immagini mostrano un popolo incontattato pericolosamente vicino a concessioni per il taglio del legno. Oltre 50 Mashco Piro sono apparsi nei pressi del villaggio yine di Monte Salvado, nel Perù sudorientale. © Survival

Survival International sta sollecitando FSC a revocare la sua certificazione alla compagnia; le persone che hanno mandato e-mail di pressione a FSC sono già oltre 8.000.

“Queste immagini sono una prova indiscutibile della presenza di molti Mashco Piro nell’area, che non solo il governo ha mancato di proteggere ma ha persino svenduto alle compagnie di taglio del legno” ha dichiarato oggi Alfredo Vargas Pio, Presidente dell’organizzazione indigena locale FENAMAD. “I taglialegna potrebbero portare nuove malattie che sterminerebbero i Mashco Piro, e c’è anche il rischio di violenze su entrambi i fronti: per questi motivi è molto importante che i diritti territoriali dei Mashco Piro siano riconosciuti e protetti per legge.”

A volte i Mashco Piro vengono avvistati da turisti in viaggio verso il Parco Nazionale di Manu. © Gabriella Galli/Survival

“Queste immagini incredibili dimostrano che un gran numero di Mashco Piro incontattati vive a pochi chilometri da dove i taglialegna stanno per avviare le loro attività. Anzi, i Mashco Piro hanno denunciato che la compagnia di taglio del legno Canales Tahuamanu sta già operando all’interno del territorio” ha dichiarato la Direttrice generale di Survival International, Caroline Pearce.

In alcune occasioni i Mashco Piro hanno attraversato il fiume fino a raggiungere una comunità Yine nelle vicinanze. © Ministerio de Cultura de Perú

“È in corso un disastro umanitario. È assolutamente cruciale che i taglialegna siano espulsi e che il territorio dei Mashco Piro venga finalmente protetto in modo definitivo. FSC deve revocare immediatamente la sua certificazione a Canales Tahuamanu: se non lo facesse, l’intero sistema di certificazione perderebbe ogni credibilità.”

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* Nel profondo del Perù sud-orientale vivono i Mashco Piro, considerati il popolo incontattato più numeroso al mondo, con una popolazione di oltre 750 persone. Sopravvissuti a una storia traumatica di massacri e schiavitù, hanno espresso in modo molto chiaro la loro determinazione a difendere il proprio territorio.

© W Hardenburg

I baroni della gomma invasero il loro territorio intorno al 1880, durante il famigerato “boom della gomma” che stava falcidiando l’Amazzonia occidentale. Ridussero in schiavitù migliaia di indigeni nella loro stessa terra – uccisi, picchiati, incatenati, braccati, violentati e derubati della loro foresta, della loro casa. Ma alcune comunictà riuscirono a fuggire: i Mashco Piro si dispersero nella foresta: raggiunsero le sorgenti più remote dei fiumi e si tennero sempre lontani, nascosti, incontattati. Oggi, i loro discendenti, che continuano a vivere in isolamento, vedono le loro terre ancora una volta invase: una parte fondamentale del loro territorio è stata svenduta per il taglio del legno, e oggi il rombo delle motoseghe ora riempie l’aria.

Nel 2002, in risposta alle pressioni dell’organizzazione locale indigena FENAMAD, il governo creò la Riserva Territoriale Madre de Dios allo scopo di proteggere la foresta dei Mashco Piro. Il territorio lussureggiante, ricco di vita, si estende tra diversi bacini fluviali al confine con il Brasile.

Tuttavia, la Riserva copre solo un terzo dell’area proposta originariamente da FENAMAD. Vaste aree del territorio dei Mashco Piro sono state lasciate senza protezione, al di fuori della Riserva. E quel che è peggio, il governo ha emesso su gran parte di quest’area delle concessioni per il taglio del legno dando alle compagnie il diritto di abbattere il mogano e altri legni pregiati per decenni.

Una delle concessioni più grandi è gestita da una società per il taglio del legno chiamata Canales Tahuamanu SAC. Le loro operazioni sono certificate come sostenibili ed etiche da FSC (Forest Stewardship Council), in aperta violazione dei loro stessi regolamenti contro il disboscamento nei territori indigeni.

Nella zona in cui opera Canales Tahuamanu, la perdita di vaste aree della loro terra sta spingendo i Mashco Piro fuori dalla foresta. Negli ultimi anni hanno iniziato ad apparire sulle rive dei fiumi di fronte alle comunità stanziali degli Yine, un popolo contattato con cui sono imparentati. A volte prendono banane e yucca negli orti degli Yine, o chiedono loro machete e pentole.

La lingua degli Yine è strettamente imparentata con quella dei Mashco Piro e a volte – quando i Mashco Piro emergono alla ricerca di cibo e provviste – i due popoli riescono a comunicare.

Spesso gli Yine sentono i Mashco Piro ancora prima di vederli perché fischiano prima di uscire dalla foresta, imitando il trillo acuto e sottile di un uccello tinamo: un avvertimento a stare lontani mentre raccolgono uova di tartarughe dalla riva del fiume o si prendono frutta e verdura.

Anche se hanno antenati comuni, il contatto tra gli Yine e i Mashco Piro è pericoloso per entrambi. I Mashco Piro incontattati non hanno difese immunitarie verso malattie comuni e questo potrebbe scatenare epidemie mortali. Occasionalmente hanno anche attaccato gli abitanti dei villaggi vicini per ragioni che rimangono poco chiare ma che si ritiene siano legate alle ripetute incursioni nel loro territorio.

Molti Yine difendono i Mashco Piro. Piantano un orto in più – un “chacra” – ai margini del loro villaggio dove gli indigeni incontattati possono servirsi del cibo, per poi scomparire di nuovo nella foresta.

I taglialegna che lavorano per la Canales Tahuamanu non stanno solo penetrando in profondità nella foresta, ma hanno anche costruito circa 200 chilometri di strade per trasportare il legname. Storicamente, in Amazzonia simili strade si sono sempre rivelate disastrose perché aprono facili vie di acceso alla colonizzazione e alla creazione di insediamenti nella foresta pluviale prima inaccessibile.

I taglialegna non denunciano gli avvistamenti dei Mashco Piro per timore che le loro attività siano bloccate. Un uomo Mashco Piro ha detto a un uomo Yine: “Gli uomini vestiti di arancione sono persone cattive”. E i taglialegna indossano tute arancioni…

Per difendere le sue attività, la Canales Tahuamanu ha fatto massiccio ricorso ai tribunali. Dimostrando anche spavalderia, ha persino fatto causa per impedire agli Yine di entrare nella foresta che condividono con i Mashco Piro sostenendo che, poiché è protetta, gli Yine stavano sconfinando.

E dopo che FENAMAD aveva diffuso una dichiarazione in cui criticava l’azienda per le sue attività di taglio del legno nelle terre indigene durante la pandemia di Covid, l’azienda li ha portati in tribunale dove ha ottenuto una sentenza che ha costretto FENAMAD a pubblicare una lettera di sostegno alle azioni e alle politiche dell’azienda, mettendo di fatto a tacere una forte voce indigena nella regione.

Constatando il comportamento aggressivo dell’azienda, il Relatore Speciale delle Nazioni Unite per i diritti dei popoli indigeni ha espresso preoccupazione per il benessere dei Mashco Piro e per gli effetti della causa che l’azienda ha intentato contro FENAMAD. “Attacchi e diffamazioni nei confronti dei difensori dei diritti umani ambientali e dei leader indigeni mirano a delegittimare e creare incomprensioni sul loro lavoro” ha dichiarato.

Le organizzazioni indigene in Perù hanno condotto una lunga campagna per chiedere alle autorità di ampliare la riserva dei Mashco Piro. Nel 2016 tutti i dipartimenti governativi competenti avevano approvato il procedimento e la procedura ufficiale aveva raggiunto la fase finale, il decreto presidenziale.

Tuttavia, il decreto non è ancora stato firmato, e il disboscamento continua. Nel frattempo, l’enorme quantità di legname pregiato estratto dal territorio dei Mashco Piro continua a godere della certificazione di FSC, che l’azienda utilizza per legittimare le sue attività.

Survival collabora con le organizzazioni indigene locali FENAMADAIDESEP per garantire che la terra dei Mashco Piro sia protetta in modo efficace. Stiamo facendo anche pressione su FSC affinché ritiri la sua certificazione al legname di Canales Tahuamanu.