di Redazione

Pagine Esteri, 22 luglio 2024 – Anche il governo della Repubblica Popolare Cinese ha deciso di aumentare gradualmente, entro il 2029, l’età pensionabile prevista dalla legge finora tra le più basse al mondo.

Attualmente, l’età pensionabile in Cina è infatti fissata a 60 anni per gli uomini, a 55 anni per le donne che svolgono lavori impiegatizi e a 50 anni per le lavoratrici impiegate nelle fabbriche o che svolgono altri lavori considerati usuranti.

In un documento reso pubblico nella giornata di ieri dalle autorità di Pechino viene delineata la strategia diretta, afferma il testo, a contrastare il calo della natalità e l’invecchiamento della popolazione.

Nel paese asiatico l’aspettativa di vita è passata da 44 anni nel 1960 a 78 nel 2021. Le previsioni dicono che entro il 2050, l’aspettativa di vita dovrebbe superare gli 80 anni.

A causa dell’invecchiamento della popolazione, attualmente ogni pensionato in Cina è sostenuto dal contributo di cinque lavoratori attivi, mentre dieci anni fa lo era da dieci. Secondo le stime del governo di Pechino, nel 2030 il rapporto dovrebbe scendere a 4 a 1 per diventare nel 2050 di 2 a 1.

Secondo i dati pubblicati dal ministero delle Finanze di Pechino, undici delle 31 giurisdizioni cinesi a livello provinciale registrano attualmente un deficit di bilancio relativamente alle pensioni. L’Accademia cinese delle scienze, controllata dallo Stato, prevede che il sistema pensionistico, senza aumento dell’età pensionabile, diventerà insostenibile entro il 2035.

Secondo gli osservatori, se tra i giovani la notizia potrà generare scontento potrebbe essere invece accolta con favore da molti anziani che, secondo diversi resoconti, continuano a lavorare volontariamente oltre l’età pensionabile perché non possono permettersi di andare in pensione a causa del crescente costo della vita e dell’insufficienza degli assegni. Pagine Esteri