Redazione
Pagine Esteri, 25 ottobre 2024 – Le Forze di difesa del popolo (Hpg), l’ala militare del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk), hanno rivendicato l’attacco armato di mercoledì scorso contro la sede della società aerospaziale turca Tusas, che sorge a circa 50 km da Ankara, che ha causato cinque morti e 22 feriti.
In un comunicato, l’Hpg ha reso noto che l’operazione, “pianificata da tempo”, è stata eseguita da una unità della Brigata Khalidun.
L’organizzazione curda ha inoltre confermato le identità degli autori dell’attacco (un uomo e una donna, entrambi uccisi), Ali Orek e Mine Sevjin Alcicek.
L’Hpg ha spiegato che “questa azione non ha alcuna relazione con l’agenda politica discussa in Turchia nell’ultimo mese”, in riferimento alle notizie secondo cui il Pkk avrebbe dato la disponibilità al governo di Ankara ad avviare un processo di risoluzione negoziata della questione curda.
“Se ci sono le giuste condizioni, ho il potere teorico e pratico di spostare questo processo dal terreno del conflitto e della violenza al piano legale e politico” ha fatto sapere nelle scorse ore Abdullah Ocalan, il leader curdo 75enne che ha passato gli ultimi 25 anni nella prigione di massima sicurezza sull’isola di Imrali. Ocalan ha potuto inviare il suo messaggio dopo avere ricevuto in carcere un suo parente e deputato del Dem (Partito per l’uguaglianza e la democrazia popolare), la terza formazione più rappresentata nel Parlamento turco.
Si tratta della prima visita al leader curdo, mantenuto finora in una condizione di totale isolamento, dal 2020.
L’incontro in prigione con il parlamentare del Dem Omer Ocalan (nipote del leader curdo) è giunto a pochi giorni dall’inaspettato appello lanciato dal partito di estrema destra nazionalista Mhp, alleato dell’Akp del presidente Recep Tayyip Erdogan e da sempre acerrimo nemico delle rivendicazioni curde di autodeterminazione. Devlet Bahceli, storico leader del Partito del Movimento Nazionalista erede dei Lupi Grigi, aveva invitato Ocalan a comparire in Parlamento per dichiarare lo scioglimento del Pkk e la fine della lotta armata.
Finora il presidente turco Recep Tayyip Erdogan non ha reso dichiarazioni specifiche in merito all’appello lanciato dal suo alleato Bahceli, mentre alcuni esponenti del governo e alcuni dirigenti del Partito della Giustizia e dello Sviluppo (AKP) al potere si sono affrettati a negare che si stia aprendo un nuovo “processo di pace” con il PKK, dopo quello fallito nel 2015. Ma il fatto che a Ocalan sia stato consentito di incontrare il nipote indica che quella del leader dell’MHP non è un’iniziativa personale.
“È noto che le armi prodotte da Tusas hanno ucciso migliaia di civili, compresi bambini e donne, in Kurdistan. Non esiste diritto più legittimo di quello di ogni organizzazione, istituzione e persona patriottica del Kurdistan ad agire contro i centri in cui vengono prodotte queste armi di massacro” ha spiegato invece il comunicato delle Forze di Difesa del Popolo, la cui azione è stata condannata da tutti i partiti rappresentati in parlamento, compreso il Dem.
Fondata nel 1973, la società aerospaziale turca colpita è attiva nella produzione di caccia e droni, mezzi militari utilizzati da Ankara contro le basi del Pkk e gli insediamenti curdi.
Dopo l’attacco all’Agenzia Spaziale turca, l’aviazione di Ankara ha condotto massicci bombardamenti sulle postazioni curde nel Rojava (nord della Siria) e nell’Iraq settentrionale. I raid avrebbero causato la morte di molte decine di persone, tra militanti delle organizzazioni armate curde e civili.
In diverse regioni della Turchia, intanto, le forze di sicurezza hanno arrestato 176 persone, accusate di essere militanti o fiancheggiatori del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk). Pagine Esteri