Pagine Esteri, 7 gennaio 2025. “Queste cifre da sole non possono catturare gli orrori assoluti perpetrati ad Haiti”, ha dichiarato l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Volker Türk, “ma mostrano la violenza incessante a cui le persone sono sottoposte”.

L’ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite (OHCHR) ha fatto sapere martedì 7 gennaio che 5.600 persone sono state uccise dalla violenza scatenata ad Haiti dalle bande criminali. 1.000 in più del 2023.

In uno dei più orribili massacri, all’inizio di dicembre 2024, sono state uccise almeno 207 persone per ordine del capo della banda Wharf Jérémie, nella capitale Port-au-Prince. La violenza della banda si è scatenata dopo la morte del figlio del leader. Quest’ultimo ha accusato gli anziani della zona di Cité Soleil di aver causato la morte del suo primogenito attraverso la pratica di riti vudù. La maggior parte dei corpi delle vittime sono stati mutilati, bruciati e gettati in mare nel tentativo di coprire il massacro.

L’OHCHR ha anche documentato 315 linciaggi di membri di bande e persone presumibilmente associate a bande, che in alcune occasioni sarebbero state facilitate da agenti di polizia haitiani.

Nel corso del 2024 si sono verificati, inoltre, 281 casi di presunte esecuzioni sommarie che coinvolgono unità di polizia specializzate.

“È stato a lungo chiaro che l’impunità per le violazioni e gli abusi dei diritti umani, così come la corruzione, rimangono prevalenti ad Haiti”, ha dichiarato Türk, “costituendo alcuni dei principali fattori della crisi multidimensionale che il paese sta affrontando, insieme alle radicate disuguaglianze economiche e sociali”.

L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani ha chiesto un maggior sostegno per affrontare e risolvere la terribile crisi: “Sono necessari ulteriori sforzi da parte delle autorità, con il sostegno della comunità internazionale, per affrontare queste cause profonde”. Pagine Esteri