Pagine Esteri, 23 gennaio 2025. Il ministro delle finanze dello Zimbabwe ha espresso mercoledì preoccupazione riguardo al possibile impatto che il ritiro degli Stati Uniti dall’Organizzazione mondiale della sanità potrebbe avere sugli aiuti destinati ai paesi più vulnerabili, come lo Zimbabwe, duramente colpiti dall’HIV/AIDS.
Il presidente Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo che prevede l’uscita degli Stati Uniti dall’OMS, a seguito della sua rielezione per un secondo mandato lunedì scorso.
Mthuli Ncube, il ministro delle finanze dello Zimbabwe, ha avvertito che questa decisione potrebbe comportare una riduzione degli aiuti sanitari destinati a nazioni come la sua, dichiarando: “Ogni paese che affronta sfide legate all’HIV/AIDS sarà influenzato”.
Parlando durante un briefing online dal Forum Economico Mondiale a Davos, Ncube ha aggiunto: “Questa è una preoccupazione, una paura che stiamo esprimendo”. Dal 2006, gli Stati Uniti hanno fornito più di 1,7 miliardi di dollari allo Zimbabwe per rafforzare il sistema sanitario e supportare le persone che vivono con l’HIV, principalmente attraverso il Piano di Emergenza per il Soccorso all’AIDS (PEPFAR). Lo Zimbabwe riceve annualmente oltre 200 milioni di dollari da questo programma, con circa 90 milioni destinati a sostenere stipendi e incentivi per gli operatori sanitari, oltre a finanziare test per l’HIV, monitoraggio della carica virale, prevenzione, screening del cancro cervicale e trattamento della tubercolosi.
Il sistema sanitario pubblico dello Zimbabwe è in grave difficoltà economica. Per far fronte alle necessità, il governo ha introdotto l’anno scorso una tassa sullo zucchero per finanziare il trattamento del cancro e ha implementato una nuova imposta sui fast food nel 2025.
“È necessario aumentare i nostri finanziamenti per la salute. Le tasse raccolte dovrebbero essere indirizzate al settore sanitario, mentre lavoriamo per rafforzare la nostra capacità di far fronte a eventuali carenze in caso di un ritiro”, ha concluso Ncube. Pagine Esteri