Lituania ed Estonia sono diventati i primi Paesi della Nato ad impegnarsi a spendere oltre il 5% dei loro rispettivi Pil per la difesa, ottemperando così alle indicazioni del presidente statunitense Donald Trump.

Il ministro degli Esteri lituano, Kestutis Budrys, ha dichiarato al quotidiano britannico “Financial Times” che l’Europa sta entrando in una “nuova era” e ha sottolineato l’importanza di avere capacità reali di combattimento, dato che la Lituania, situata vicino alla Russia, destinerà tra il 5 e il 6% del proprio Pil alle spese militari dal prossimo anno fino almeno al 2030. Si tratta di un aumento che raddoppia l’attuale livello di spesa.

«Certo, c’è pressione, ma è una pressione buona e costruttiva da parte del nostro alleato strategico e più grande nella Nato», ha affermato Budrys facendo riferimento alle richieste di Trump.

La premier estone, Kristen Michal, ha risposto all’impegno della Lituania affermando che anche il suo Paese mirerà al 5% del Pil per la spesa militare, un aumento consistente rispetto al 3,7% attuale, che è già superiore a quanto gli Stati Uniti destinino già alla difesa.
Secondo il Financial Times, la Lituania prevede di coprire i costi aggiuntivi attraverso prestiti pubblici e strumenti finanziari paneuropei, mentre l’Estonia potrebbe ricorrere a tagli al bilancio del settore pubblico e della spesa sociale.

La Lituania sta istituendo una divisione delle forze terrestri, che solitamente è composta da 10.000-15.000 soldati, e ospita anche una brigata tedesca di circa 5.000 uomini.

L’Alleanza Atlantica sarebbe complessivamente pronta a incrementare il suo obiettivo minimo di spesa per la difesa dal 2% attuale al 3-3,5% durante il vertice di giugno che si terrà all’Aia, nei Paesi Bassi. Tuttavia, Trump sta insistentemente chiedendo agli alleati una spesa per la difesa pari al 5% del Pil, una cifra alla quale per ora si avvicinano soltanto la Polonia e la Romania.

Il governo di Bucarest, che pure ha il deficit di bilancio più elevato di tutta l’Unione Europea e ha congelato stipendi e pensioni nonostante un’inflazione al 5%, si è impegnato a spendere 6 miliardi di euro per una flotta di 32 nuovi caccia F-35 e varie altre armi, tra cui tre sistemi di difesa aerea Patriot aggiuntivi, per un costo di 1 miliardo di euro.

Tra i 32 membri della Nato, 23 hanno raggiunto l’obiettivo del 2% lo scorso anno, mentre in Europa la spesa per il comparto militare è aumentata gradualmente negli ultimi dieci anni. Alcuni paesi, come la Spagna, l’Italia e il Belgio alle spese militari nel 2024 hanno destinato meno del 2%. Pagine Esteri