Almeno 15 persone sono state uccise nel villaggio siriano di Arzah, abitato da membri della comunità alawita, di derivazione sciita, nella campagna settentrionale di Hama. Testimoni hanno riferito che uomini armati “hanno bussato alle porte delle case del villaggio e hanno sparato alle persone usando pistole dotate di silenziatore” prima di fuggire.
Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, che ha fatto parte dell’opposizione al presidente Bashar Assad, deposto all’inizio di dicembre da una fulminea avanzata di organizzazioni jihadiste su Damasco, tra le vittime ci sono anche un bambino e una donna anziana. L’Osservatorio aggiunge che gli uomini armati “erano musulmani sunniti e gli attacchi portano tutti i tratti distintivi degli omicidi settari” e che dalla caduta di Assad sono stati uccisi 162 alawiti.
Una fonte citata dal sito libanese The Cradle afferma che il presidente siriano ad interim Ahmed al-Sharaa – capo fino a due mesi fa di Hay’at Tahrir al Sham (il ramo siriano di Al Qaeda) – avrebbe commentato le violenze sostenendo che sono “legittime vendette” e atti «normali» che andranno avanti per due o tre anni.
Nonostante le rassicurazioni dei nuovi governanti siriani, i membri della comunità alawita temono rappresaglie a causa del legame della minoranza con il clan Assad.