Un dramma sconvolgente si è consumato in Sud Sudan, dove otto persone, tra cui cinque bambini, hanno perso la vita nel tentativo disperato di raggiungere un centro medico per ricevere cure contro il colera. A denunciare l’accaduto è stata l’organizzazione Save the Children, che ha attribuito le morti ai tagli agli aiuti umanitari statunitensi, decisione che ha portato alla chiusura di numerose strutture sanitarie nel paese.

Secondo Save the Children, le vittime sono decedute il mese scorso durante una marcia di tre ore sotto un caldo soffocante di quasi 40 gradi, un viaggio intrapreso nella speranza di trovare soccorso in una struttura ancora operativa. “Queste morti sono una conseguenza diretta delle scelte politiche di governi potenti”, ha dichiarato Christopher Nyamandi, direttore nazionale di Save the Children in Sud Sudan, esprimendo sgomento per le ripercussioni umanitarie delle decisioni prese lontano da questa regione devastata.

Le morti arrivano dopo che l’amministrazione Trump, nell’ambito della sua politica “America First”, ha ridotto drasticamente i finanziamenti a progetti umanitari internazionali. Le conseguenze di queste decisioni stanno emergendo in modo drammatico, con esperti che avvertono che milioni di vite potrebbero essere a rischio nei prossimi anni a causa della riduzione delle risorse per combattere malnutrizione, AIDS, malaria e altre malattie. Il Dipartimento di Stato statunitense, da parte sua, ha dichiarato di non avere informazioni sui decessi segnalati. Prima dei tagli, Save the Children supportava 27 strutture mediche nello stato di Jonglei. Oggi, sette di queste sono state chiuse e le altre operano a capacità ridotta. Anche i servizi di trasporto che consentivano ai malati di raggiungere ospedali più attrezzati sono stati sospesi per mancanza di fondi, costringendo malati gravi a percorrere lunghe distanze a piedi.

Tra le vittime del tragico viaggio c’erano tre bambini di età inferiore ai cinque anni, una statistica che Nyamandi ha definito “devastante ma evitabile”. La situazione nel paese è ulteriormente aggravata da tagli graduali da parte di altri donatori internazionali. Save the Children prevede di ridurre il proprio budget in Sud Sudan a 30 milioni di dollari nel 2025, rispetto ai 50 milioni dell’anno precedente.

Nel frattempo, il Sud Sudan rimane intrappolato in una crisi umanitaria profonda. Più di un terzo della popolazione, circa 12 milioni di persone, è stato sfollato a causa di conflitti o disastri naturali. La ripresa dei combattimenti nel nord-est a febbraio ha alimentato timori di una nuova guerra civile.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha registrato oltre 22.000 casi di colera solo nel mese scorso, con centinaia di decessi. Il futuro appare incerto per un paese già piegato dalla povertà e dalla violenza, mentre le vite dei più vulnerabili continuano a essere le prime a pagare il prezzo delle decisioni politiche globali.