Il giornale Maariv di Tel Aviv riferisce che i caccia intercettori israeliani sono stati regolarmente autorizzati a scaricare le loro munizioni inutilizzate sulla Striscia di Gaza. Pensata inizialmente per “assistere” le forze di terra israeliane a Khan Yunis e nel nord di Gaza, questa procedura è stata rapidamente estesa dal comandante dell’aeronautica, Tomer Bar, fino a diventare una politica operativa quotidiana per tutti gli squadroni aerei.
Maariv spiega che, durante l’operazione, i piloti incaricati di intercettare missili e droni lanciati dall’Iran erano equipaggiati non solo con missili aria-aria, ma anche con munizioni aria-terra. Dopo aver completato le missioni legate all’Iran, i piloti hanno contattato le sale di controllo delle operazioni a Gaza offrendosi di sganciare le bombe rimanenti sugli obiettivi designati a Gaza: due missioni in una, in modo da per ridurre i costi di ogni singola missione.
Nel giro di poche ore, la proposta ad hoc divenne prassi standard, con gli squadroni incaricati di coordinarsi con le unità di terra prima dell’atterraggio e di colpire Gaza al loro ritorno.
Ciò spiega le ondate di potenti attacchi aerei sulla Striscia, ben lontana dal fronte iraniano, registrate il mese scorso. Gli attacchi sono stati diretti in base alle istruzioni delle forze di terra già operative a Khan Yunis e nella parte settentrionale di Gaza, amplificando il terribile bombardamento quotidiano delle zone già sotto assedio.