Negli ultimi mesi, un’azienda di cybersicurezza con sede a Formigine, in provincia di Modena, è diventata il fulcro di una controversia che intreccia business, esercito israeliano e libertà di stampa. Si tratta della Tekapp, una società italo-israeliana che si occupa di sicurezza informatica e che, fino a poco tempo fa, sul proprio sito pubblicizzava apertamente i legami con la famigerata Unità 8200 dell’esercito israeliano, un corpo d’élite specializzato in intelligence e guerra cibernetica. Oggi si legge nella pagina dedicata “Ingegneri e tecnici tra Modena e Tel Aviv, soluzioni innovative made in Israel”.

La Tekapp era tra gli organizzatori dello “Zero Trust Cyber Security Summit 2025”, un evento patrocinato dalla Regione Emilia-Romagna e che prevedeva la partecipazione di “esperti” provenienti da Tel Aviv. Ma alcune inchieste giornalistiche, tra cui quella della giornalista Linda Maggiori, pubblicata su il manifesto, hanno portato alla luce gli aspetti più controversi di questi rapporti, suscitando un’ondata di proteste da parte di attivisti modenesi per i diritti umani, tra cui il gruppo Modena per la Palestina e la sezione locale del BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni).

Le mobilitazioni, del tutto legali e pacifiche, hanno spinto la Regione a revocare il patrocinio all’evento, mentre una nota azienda emiliana ha negato l’uso dei propri spazi per lo svolgimento del summit. La Tekapp ha quindi dovuto cercare una nuova sede per il convegno. Tra i partner dell’iniziativa Cilynx, CheckPoint, Cynergy, Cynet, Gelmuzzi, SCnet, Syneto, Team System, Wimore, Zero Network

La risposta della Tekapp non si è limitata alla sfera istituzionale. Dopo l’inchiesta e le proteste, è partita una campagna diffamatoria e intimidatoria contro chi ha sollevato perplessità sull’azienda. Canali social pro-Israele, in particolare “Free4Future” e “Israele Senza Filtri”, hanno pubblicato post violenti e denigratori, corredati da foto, nomi e cognomi di giornalisti, attivisti e persino del presidente della Regione Emilia-Romagna, Michele De Pascale, accusandoli di razzismo, antisemitismo e connivenze con potenze straniere.

Uno dei post, dal titolo “Intifada contro la tua sicurezza informatica”, conteneva insinuazioni bislacche su presunti finanziamenti da parte di Russia, Cina e Qatar per colpire l’azienda e favorire cyberattacchi alle infrastrutture italiane. In un secondo post, “Modena non torna indietro. Chi sono quelli che vogliono il 1938”, gli attacchi diventano ancora più gravi: si accusa chi ha criticato la Tekapp di voler “ripetere le leggi razziali”. Il canale Telegram Israele Senza Filtri si era già contraddistinto per messaggi anti-arabi e violenti. Tra cui un sondaggio pubblicato il 18 luglio 2024 che invitava gli iscritti a votare per la possibilità di compiere “Omicidi extra-giudiziali mirati contro i supporter del terrorismo palestinese in Europa, ad opera dei servizi segreti”.

Nel mirino, oltre alla giornalista Linda Maggiori (accusata senza alcuna prova di incitare al linciaggio), ci sono il giornalista Flavio Novara del portale AlkemiaNews.it, definito “noto estremista”, e gli attivisti Giovanni Iozzoli e Manuela Ciambellini, etichettati rispettivamente come “personaggio oscuro” e “sostenitrice della battaglia di Hamas”. Il presidente della Regione è stato invece apostrofato come “utile idiota”.

Una delle frasi più inquietanti del post recita: “Chi c’è dietro? Chi li paga? Nel polverone razzista ed estremista, il vero obiettivo sono i tuoi dati e i brevetti”. Un’accusa tanto vaga quanto grave, che lascia intendere l’esistenza di una vera e propria organizzazione criminale dietro le critiche alla Tekapp.

Eppure, come sottolineato dagli stessi attivisti, nessuna delle critiche mosse all’azienda ha avuto come oggetto la religione del suo fondatore. Il problema sollevato riguarda esclusivamente i legami con l’esercito israeliano, in un momento storico in cui lo Stato di Israele è accusato da numerose organizzazioni internazionali – tra cui Amnesty International e Human Rights Watch – di condurre operazioni militari che configurano crimini di guerra e pulizia etnica.

Anche il presidente della Regione, Matteo Lepore, pur non menzionando direttamente la Tekapp, ha dichiarato che la Regione sospenderà ogni collaborazione con Israele finché proseguiranno le operazioni militari contro la popolazione palestinese.

A rendere ancor più controversa la posizione dell’azienda è il fatto che non ha mai chiesto rettifiche all’articolo de il manifesto, né ha pubblicato dichiarazioni per prendere le distanze dal governo israeliano. Anzi, sul sito aziendale (ora modificato) compariva in passato un opuscolo promozionale dal titolo “Adotta il tuo cecchino”, poi rimosso insieme ad altri contenuti quando il caso è esploso. Pagine Esteri