Pagine Esteri – È alta la tensione politica e militare tra il leader sciita iracheno Moqtada al Sadr e le milizie filoiraniane, sempre di osservanza sciita, che si richiamano alla denominazione comune di “resistenza” (muqawama), a causa di opposte posizioni sulla questione della sovranità dello Stato e del controllo sugli armamenti.

Il confronto rischia di degenerare in uno scontro aperto alla vigilia delle elezioni di novembre, in un contesto in cui il ruolo delle formazioni paramilitari resta al centro del dibattito.

Il 26 giugno, in un sermone pronunciato a Karbala, Abdul Mahdi al Karbalai – rappresentante della massima autorità religiosa sciita in Iraq, l’ayatollah Ali al Sistani – ha invocato riforme profonde e il rafforzamento dell’autorità dello Stato. Il messaggio, chiaramente indirizzato anche alle milizie legate a Teheran, ha chiesto il disarmo delle organizzazioni attori non statali, il rispetto dello stato di diritto e il contrasto alla corruzione.

Una settimana più tardi, il 4 luglio, Moqtada al Sadr ha rilanciato la linea con toni ancora più diretti: «Le armi fuori controllo vanno consegnate allo Stato, le milizie devono essere sciolte e l’esercito e la polizia rafforzati. Solo così l’Iraq potrà restare indipendente e libero dai corrotti», ha dichiarato. La reazione dei gruppi armati filo-iraniani è stata immediata. Il 5 luglio, un account Telegram riconducibile ad Abu Ali al Askari – pseudonimo di un portavoce del gruppo Kataib Hezbollah – ha accusato Sadr di «tradire il sangue dei martiri» e ha definito i suoi sostenitori «vigliacchi e femminucce».

Il messaggio è stato interpretato come una conferma del disprezzo che il fronte delle milizie filoiraniane nutre nei confronti di Sadr. A rincarare la dose, il 16 luglio è intervenuto Ali Turki, deputato e membro del gruppo Asaib Ahl al Haq, che ha definito le parole di Sadr una “eco” del vero riferimento religioso, ovvero Sistani, sostenendo che le Forze di mobilitazione popolare (Hashd al Shaabi) «resteranno fino all’apparizione del Mahdi».

Secondo alcuni osservatori i combattenti vicini a Sadr, in particolare quelli delle Saraya al Salam, erano pronti a lanciare una rappresaglia contro le postazioni di Kataib Hezbollah a Baghdad, ma l’azione sarebbe stata bloccata all’ultimo momento. – Pagine Esteri