Nonostante i processi di pace in corso tra i governi congolese e ruandese e l’M23, il movimento ribelle ha continuato la sua letale campagna contro i civili nelle province del Nord e del Sud Kivu. Molti attacchi si sono verificati nei pressi delle roccaforti delle Forze Democratiche per la Liberazione del Ruanda (FDLR), un gruppo armato composto da numerosi membri dell’ex regime ruandese che guidò il genocidio del 1994.
Nelle ultime settimane l’M23 ha attaccato i civili nei pressi del Parco Nazionale del Virunga e ha continuato nelle aree del Nord e del Sud Kivu, uccidendo almeno 41 persone nel raggruppamento di Binza tra il 30 luglio e l’8 agosto. Tra i civili presi di mira c’erano contadini e persone di etnia Hutu, molti dei quali sono stati giustiziati sommariamente con machete e fucili. L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani ha affermato che questa campagna è stata condotta insieme alle forze militari ruandesi (RDF), sebbene il governo ruandese abbia respinto tale accusa.
Da quando ha preso il controllo di vaste aree delle province del Nord e del Sud Kivu, l’M23 ha intensificato gli attacchi contro i civili, nel tentativo di imporre il suo governo sull’area. I ribelli hanno ucciso almeno 470 civili dall’inizio di questa campagna a luglio, e il numero di civili uccisi dall’M23 nel 2025 ha già superato tutti quelli registrati durante i primi anni della ribellione, tra il 2021 e il 2024.