Pagine Esteri – La formazione di sinistra radicale “Alleanza Rosso-Verde” (che si è presentata col nome di “Lista dell’Unità”), pur perdendo il 2,5% rispetto alla scorsa tornata municipale, ha vinto le elezioni amministrative a Copenaghen quasi raddoppiando i voti presi dal Partito Socialdemocratico che perde così il governo della capitale danese dopo ben 122 anni.
Anche se i socialdemocratici, nel computo nazionale delle elezioni municipali di ieri, sono arrivati in testa con il 23,2% davanti al Partito Liberale loro alleato – che perde il 3,3%, ma conquista più sindaci -, la formazione di centrosinistra ha perso circa il 5% dei consensi rispetto al 2021 e anche altre città dell’hinterland di Copenaghen sono state conquistate dai Rosso-Verdi e da altri partiti a sinistra dei socialdemocratici, che nella capitale si sono fermati solo al 12,7% dei voti. Anche il Partito Conservatore di centrodestra ha perso posizioni.
“Il crollo è stato maggiore di quello che ci aspettavamo” ha commentato la premier socialdemocratica danese Mette Frederiksen, preoccupata che la crisi del suo partito possa riprodursi anche nelle elezioni politiche generali che dovrebbero svolgersi nei prossimi mesi.
I Rosso-Verdi, nati nel 1989 dall’unione tra alcuni partiti comunisti, socialisti di sinistra ed ecologisti, nella capitale hanno ottenuto il 22,1% dei consensi, guidati dalla 61enne Line Barfod. Complessivamente hanno invece preso il 7%.
Dietro di loro si è piazzato il “Partito Popolare Socialista” (noto anche come “Partito della sinistra verde”), una lista di sinistra moderata, con il 17,9% a Copenhagen (e un aumento del 7%) e l’11% nell’insieme della Danimarca. La sua candidata, la 39enne Sisse Marie Welling, potrebbe diventare la nuova sindaca con il sostegno della sinistra radicale e del Partido Alternativo, un’altra formazione progressista che ha ottenuto il 5% dei voti.
Secondo gli analisti danesi, una parte consistente dell’elettorato ha voluto punire i socialdemocratici per la loro svolta liberista, securitaria e anti-immigrazione. Nel mirino degli elettori anche la forte crescita del prezzo degli alloggi che ha obbligato molti lavoratori e lavoratrici ad abbandonare la capitale ed altre grandi città e a spostarsi nelle periferie e nei piccoli centri. A preoccupare molti elettori è in generale l’aumento del costo della vita e il peggioramento della qualità dei servizi pubblici, a lungo fiore all’occhiello delle socialdemocrazie scandinave, oltre all’aumento delle spese militari e alla stretta alleanza con gli Stati Uniti.
Alle elezioni comunali e regionali di ieri ha preso parte quasi il 70% degli aventi diritto. – Pagine Esteri















