Pagine Esteri – L’inviato speciale degli Stati Uniti per l’Africa, Massad Boulos, ha affermato oggi che entrambi gli schieramenti che si combattono in Sudan hanno di fatto respinto la proposta di tregua avanzata la scorsa settimana da Washington.
Ieri le Forze di Supporto Rapido (FSR), un’organizzazione paramilitare sostenuta dagli Emirati Arabi Uniti che nell’aprile del 2023 si è ribellata alla giunta militare al governo nel paese, avevano formalmente dichiarato una tregua unilaterale della durata di tre mesi, in linea con la proposta statunitense.
Ma poche ore dopo l’esercito sudanese ha dichiarato di aver respinto un attacco delle milizie ad una sua base a Babanusa, nello stato del Kordofan Occidentale, dove da alcune settimane si sono concentrati gli scontri.
Già domenica il capo del governo e dell’esercito, Abdel Fattah al-Burhan, ha descritto l’ultima proposta degli Stati Uniti come «la peggiore che avesse mai visto», affermando che garantisce legittimità alle FSR e indebolisce le forze armate.
Khalid Aleisir, portavoce del governo sudanese, ha invece affermato che l’annuncio diffuso dalle milizie ribelli è stata una “chiara manovra politica” volta a distogliere l’attenzione dalle atrocità commesse dai suoi combattenti soprattutto nella città di El Fasher, conquistata dalle FSR alcune settimane fa.
Da parte sua Boulos, intervenendo in una conferenza stampa con Anwar Gargash, consigliere diplomatico del presidente degli Emirati Arabi Uniti, ha affermato che le critiche di Burhan si basano su “informazioni errate”.
L’esercito sudanese si è già opposto in passato all’inclusione degli Emirati Arabi Uniti nei colloqui di pace ed ha affermato che avrebbe accettato una tregua solo dopo il ritiro delle milizie dalle aree civili finora occupate dalle Forze di Supporto Rapido.
Oggi Gargash è tornato a dire che le «affermazioni false e le campagne di disinformazione» non riusciranno a convincere il suo paese a smettere di perseguire la pace. Gargash ha anche affermato che il futuro del Sudan non può essere dettato dalla Fratellanza Musulmana o da gruppi ad essa correlati.
Intanto Amnesty International ha raccolto e diffuso nuove testimonianze sui massacri e i crimini di guerra compiuti dai miliziani di Dagalo dopo la conquista di El Fasher, il 26 ottobre scorso, denunciando pestaggi, uccisioni di civili disarmati, rapimenti a scopo di riscatto e stupri.
Le donne sopravvissute, riferisce l’organizzazione, hanno raccontato di essere state sottoposte a violenza sessuale da parte delle FSR, a volte insieme alle loro figlie. E tutti i testimoni raccontano che lungo le strade di El Fasher e nelle principali vie d’uscita dalla città giacevano centinaia di cadaveri. – Pagine Esteri















