Comunicato stampa di Survival International
Pagine Esteri, 28 ottobre 2024.
A cinque anni dall’omicidio di Paulo Paulino Guajajara, Guardiano dell’Amazzonia ucciso da trafficanti di legname illegali, la sua famiglia è ancora in attesa di giustizia.
All’epoca, la stampa internazionale aveva dato ampio risalto all’uccisione di Paulo ma, nonostante l’indignazione mondiale, gli assassini non sono mai stati portati in giudizio. Due uomini – Antônio Wesly Nascimento Coelho e Raimundo Nonato Ferreira de Sousa – sono stati incriminati, ma mai processati.
Paulo Paulino, anche noto come Kwahu Tenetehar, fu colpito al collo e morì in un’imboscata organizzata da alcuni trafficanti di legname. Il suo amico e collega Tainaky Tenetehar fu colpito al braccio e alla schiena ma riuscì a salvarsi.
I Guardiani dell’Amazzonia pattugliano da oltre 15 anni il loro territorio, che si trova nell’Amazzonia orientale ed è pesantemente invaso dai trafficanti di legname. Nello stesso territorio vivono anche molti membri incontattati del popolo Awá.
Sono già stati uccisi almeno sei Guardiani, e molti dei loro parenti. Trafficanti di legname e accaparratori di terra hanno preso di mira il loro territorio, noto come Arariboia – una delle ultime aree di foresta rimaste in quella regione, nello stato brasiliano di Maranhão.
Survival International sostiene i Guardiani da molti anni. Cinque anni fa, la ricercatrice di Survival Sarah Shenker, che aveva accompagnato i Guardiani in una delle loro operazioni, aveva commentato così l’uccisione di Paulo: “Kwahu si dedicava completamente a difendere la sua foresta e i suoi parenti incontattati, nonostante i rischi. Era anche una delle persone più umili che abbia mai incontrato.”
“Sapeva che avrebbe potuto pagare con la vita, ma non vedeva alternative perché le autorità non facevano nulla per proteggere la foresta e far rispettare la legge.”
Un video commovente raccoglie il ricordo dei suoi amici e colleghi.
Dopo anni di pressione da parte dei Guardiani e degli Awá già contattati, le autorità brasiliane hanno finalmente iniziato a costruire un avamposto di guardia nel territorio di Arariboia per aiutare gli indigeni a monitorare e prevenire le incursioni dei trafficanti di legname.
In una nota diffusa in occasione dell’anniversario dell’uccisione di Paulo, i Guardiani hanno dichiarato: “Condividiamo l’angoscia dei Guajajara per la costante impunità degli assassini del nostro popolo, e in particolare del guerriero Paulo Paulino che ricorderemo sempre, soprattutto per la sua lotta per proteggere il nostro territorio ancestrale.
“I Guardiani stanno organizzando una commemorazione per sottolineare questi 5 anni di impunità; ci uniamo a Survival International nella denuncia e nel chiedere che i responsabili dell’omicidio di Paulo Paulino siano debitamente perseguiti e condannati.”
“Cinque anni fa Paulo Paulino ha pagato con la vita il suo impegno a proteggere la sua amata foresta e gli indigeni che vi vivono” ha commentato Fiona Watson, Direttrice del Dipartimento Ricerca e Advocacy di Survival.
“È uno dei tantissimi indigeni che vengono uccisi in Brasile ogni anno per aver difeso la propria terra – e gli assassini non demordono perché sanno che molto probabilmente non dovranno mai rispondere dei loro crimini. Il governo brasiliano si limita a riconoscere a parole la necessità di proteggere ciò che resta dell’Amazzonia, ma le persone che la difendono sul terreno stanno sacrificando la loro vita mentre la foresta viene distrutta tutto intorno a loro. Per quanto tempo ancora continuerà questa terribile ingiustizia?”
Per leggere la storia online: www.survival.it/notizie/14089
Per ulteriori informazioni e immagini, o per utilizzare la foto allegata:
+39 02 8900671
ufficiostampa@survival.it
www.survival.it/notizie
Oppure +44 (0)207 687 8709 | +44 (0)7841 029 289
press@survivalinternational.org
www.survivalinternational.org/news
Survival International è il movimento mondiale per i diritti dei popoli indigeni. Siamo l’unica organizzazione a sostenerli in tutto il mondo. Li aiutiamo a difendere le loro vite, a proteggere le loro terre e a determinare autonomamente il loro futuro.