della redazione
Pagine Esteri, 21 aprile 2021 – I risultati del più recente sondaggio di opinione nei Territori occupati palestinesi, diffuso oggi e condotto dal Jerusalem Media and Communication Center (JMCC) in collaborazione con Friedrich Ebert Stiftung, evidenziano che Marwan Barghouthi, popolare prigioniero politico palestinese in carcere in Israele da 19 anni, vincerà con largo margine sul leader dell’Autorità Nazionale Palestinese (Anp) Abu Mazen – appoggiato da Usa, Unione europea, Giordania ed Egitto – se, come afferma, si candiderà alle presidenziali del 31 luglio. La diffusione di quest’ultima rilevazione statistica è avvenuta mentre si fanno insistenti le voci di un rinvio delle elezioni per il Consiglio legislativo dell’Anp, fissate per il 22 maggio, a causa del probabile rifiuto di Israele di permettere ai palestinesi di Gerusalemme Est di prendere parte al voto, come sancito dagli Accordi di Oslo del 1993-94.
I risultati del sondaggio, che si è tenuto tra il 3 e il 13 aprile, indicano che il 33,5% degli intervistati voterebbe per Marwan Barghouthi mentre il 24,5% per Abu Mazen, il 10,5% per il leader di Hamas Ismail Haniyeh (che non pare intenzionato a candidarsi) e il 31,5% è indeciso. Inoltre il 60,2% sostiene l’idea di Marwan Barghouthi di correre per la presidenza, mentre il 19,3% si dichiara contrario.
L’importanza di tenere elezioni
La maggioranza degli intervistati, il 79,2%, afferma che è importante tenere elezioni legislative in Palestina, contro il 14,3%. Tuttavia il 44,4%, pensa che saranno rinviate. Il 28,4% ritiene che saranno elezioni libere e trasparenti, il 35,2% ne dubita e il 27,1% pensa che saranno segnate da brogli.
L’affluenza alle urne si prevede elevata. Il 74,2% degli intervistati dichiara che voterà.
Le elezioni presidenziali hanno prodotto risultati simili, con la maggioranza degli intervistati, l’80,9%, che afferma la loro importanza e il 78,3% che si dice pronto ad andare alle urne.
Fatah davanti a Hamas
In risposta alla domanda per quale lista elettorale voteranno alle elezioni previste il mese prossimo, il 25,3% degli intervistati ha risposto per la lista di Fatah (il partito di Abu Mazen) guidata da Mahmoud Aloul (23,1% in Cisgiordania e 28,7% a Gaza). Il 13% per Hurriya (Libertà) la lista guidata da Nasser Qudwa e sostenuta da Marwan Barghouthi (15% in Cisgiordania e 10,1% a Gaza). Quindi c’è la Lista Futuro, guidata da Samir Mashharawi, all’8,8%, (20,2% nella Striscia di Gaza e 1,1% in Cisgiordania), seguita dalla lista di Hamas Gerusalemme è il nostro destino guidata da Khalil Hayya all’8,2% ( 5,9% in Cisgiordania e 11,5% aGaza), poi la lista del Fronte popolare (Fplp, sinistra marxista) Il polso del popolo capeggiata dal leader del Fplp incarcerato in Israele Ahmad Saadat al 2,2%, e Insieme possiamo, guidata dall’ex premier Salam Fayyad al 2,1%. Alle altre liste, una trentina, andranno poche migliaia di voti.
Anche nel 2006, l’ultima volta che i palestinesi andarono alle urne, i sondaggi indicarono un sostegno significativo per Fatah ma poi dalle urne la lista di Hamas uscì ampiamente vittoriosa. Secondo alcuni, i sostenitori del movimento islamico esitano a rendere pubblica l’intenzione di voto per timore di rappresaglie da parte dell’Anp e, soprattutto, di Israele che considera il movimento islamico una organizzazione terroristica.
Fiducia nei partiti e nei loro leader
Il sondaggio mostra un aumento del livello di fiducia in Fatah, 36,2% degli intervistati rispetto al 28,2% di marzo 2019. La fiducia in Hamas è scesa al 7,3% dal 10,3% di marzo 2019, mentre la percentuale di persone che non si fida di nessuno è scesa al 39,1% dal 41,1%, sempre del 2019.
È interessante notare che Fatah ottiene un livello di fiducia nella Striscia di Gaza più elevato che in Cisgiordania (43,9% nella Striscia di Gaza e 30,9% in Cisgiordania). Anche Hamas ma Gaza è nota come una roccaforte storica degli islamisti. Inoltre, la percentuale di chi non si fida di nessuno in Cisgiordania è superiore a quella della Striscia di Gaza (46,7% in Cisgiordania e 27,8% nella Striscia di Gaza).
Per quanto riguarda la fiducia nei leader, quella nel presidente Abu Mazen è salita al 14,5% dall’11,5% di marzo 2019. Allo stesso modo, la fiducia in Marwan Barghouthi è salita al 15,9% dall’8,4% di marzo 2019. Al contrario, il livello di fiducia in Ismail Haniyeh è sceso al 5,3% dal 6,3% di marzo 2019. Per quanto riguarda Mohammed Dahlan – ex dirigente di Fatah e accanito avversario di Abu Mazen – è del 4,8%.
Marwan Barghouthi gode di un livello di fiducia più elevato in Cisgiordania rispetto a Gaza (17,3% in Cisgiordania e 13,8% nella Striscia di Gaza) mentre Mohammed Dahlan gode di maggiore considerazione a Gaza, di cui è originario, che non in Cisgiordania.
Elezioni statunitensi e israeliane e la soluzione dei due stati
I risultati del sondaggio mostrano un relativo ottimismo riguardo alla nuova amministrazione statunitense, con il 19,5% degli intervistati convinto che la politica del nuovo presidente Joe Biden aumenterà le possibilità di raggiungere una pace giusta tra palestinesi e israeliani, rispetto al solo 5,1% che ha risposto allo stesso modo dopo che l’ex presidente Trump era stato eletto nel 2017. Al contrario, il 27,3% affermato che la politica di Biden ridurrà le possibilità di pace, rispetto al 48,5% che ha detto la stessa cosa dopo che Trump è stato eletto nel 2017. Il 22,5% si dice ottimista circa la soluzione al conflitto arabo-israeliano dopo l’ingresso di Biden alla Casa Bianca, il 23,4% si dichiara più pessimista.
Il 39,3% ritiene che la soluzione dei Due Stati sia la migliore per il conflitto israelo-palestinese, rispetto al 21,4% che preferisce uno Stato binazionale per israeliani e palestinesi su tutto il territorio della Palestina storica.
Il governo dell’Anp e il coronavirus
Il sondaggio evidenzia un calo della valutazione positiva dei palestinesi riguardo la gestione da parte del governo dell’Anp della pandemia, con una diminuzione della fiducia dal 95,8% di aprile dello scorso anno al 44,6% di aprile 2021. La pandemia ha avuto forti ripercussioni sociali: il 51,8% degli intervistati afferma che la violenza domestica è aumentata mentre solo il 20,1% affermava lo stesso un anno fa.
Per quanto riguarda le vaccinazioni contro il COVID-19, la maggior parte degli intervistati, il 45,7%, afferma che si farebbe inoculare il vaccino se fosse disponibile, mentre il 39,3% è contrario. È interessante notare che una minoranza di intervistati, il 30%, si farebbe vaccinare nella Striscia di Gaza contro il 55,9% della Cisgiordania.
Performance del governo e dell’ANP
Il 52,4% degli intervistati è soddisfatto dalle prestazioni del governo rispetto al 38,6% di insoddisfatti. Lo scorso giugno il 71,6% si dichiarò contento della performance del governo. Per quanto riguarda il primo ministro Mohamad Shttayeh, il 25,6% afferma che sta facendo un buon lavoro, il 41,3% un lavoro sufficiente e il 22,3% un pessimo lavoro. Pagine Esteri