Pagine Esteri, 15 settembre 2021 – Mancavano le materie prime, gli attrezzi, l’aiuto qualificato e i pezzi di ricambio. Il blocco israeliano della Striscia di Gaza non permette l’ingresso di tutto il materiale utile ai pescatori della Striscia, di certo non quello necessario per costruire una imbarcazione di 21 metri. Eppure, Khaled Alwan, residente di Khan Yunis, sta lavorando senza sosta per realizzare la barca più grande della Striscia, che potrebbe dare lavoro a 15 pescatori.
Inizialmente aveva rifiutato il progetto propostogli da una Fondazione: non c’erano i macchinari per il taglio e mancava persino il legno, la qualità particolare utilizzata da sempre per costruire barche a Gaza.
Khaled è nato pescatore, come suo padre prima di lui ma racconta che le difficoltà dovute dall’occupazione israeliana, le violazioni e le vessazioni subite da Israele lo hanno costretto ad abbandonare il suo lavoro, ripiegando sul commercio di attrezzi da pesca. Suo padre possedeva molte barche e Khaled ha imparato presto l’arte della riparazione e della produzione.
Così, infine ha deciso di accettare la sfida e utilizzare i pochi strumenti a disposizione per costruire la barca. Una sega a disco e poco altro. La Fondazione è riuscita a garantire l’approvvigionamento del materiale indispensabile, sostituendo quello mancante con pezzi di ricambio usati.
La barca, lunga 21 metri, larga 6 e alta 3, sarà il peschereccio più grande di Gaza. “Una realizzazione del genere, con semplici strumenti – spiega Khaled – a Gaza è una grande conquista.