di Eliana Riva –
Pagine Esteri, 31 marzo 2023 – Continua a salire il bilancio delle vittime dell’attentato terroristico alla moschea di Peshawar, in Pakistan. Sono almeno 100 le persone uccise dall’esplosione che ha completamente distrutto una parte dell’edificio, collassato su se stesso e sui circa 300 fedeli che si erano riuniti per la preghiera. 225, al momento, i feriti, tra cui alcuni in condizioni molto gravi.
Le vittime sono quasi tutte poliziotti. La moschea si trova in una zona che ospita uffici delle forze dell’ordine e delle forze speciali: il quartier generale della polizia, l’antiterrorismo, i servizi segreti. E proprio per questo motivo, pare, sarebbe stato preso di mira dai Talebani del Pakistan (TTP, Tehrik-e-Taliban Pakistan), che hanno rivendicato l’azione rilasciando particolari specifici sull’attentatore e sulle modalità. Un kamikaze di 25 anni sarebbe riuscito ad entrare nell’edificio con almeno 7 chilogrammi di esplosivo. In realtà, a rivendicare l’attentato è stato Omar Mukaram Khorasani, capo della fazione scissionista del TTP, il Jamaat-ul-Ahrar, come risposta all’uccisione, nell’agosto del 2022 del leader Ahrar Omar Khalid Khorasani, la cui automobile è stata distrutta in Afghanistan da una mina. I talebani hanno accusato i servizi segreti pakistani di essere i responsabili dell’omicidio.
La detonazione è stata devastante, le fiamme sono state visibili da chilometri di distanza e hanno sbriciolato il tetto e le pareti della struttura. Le forze di sicurezza sono finite sotto accusa. Ci si chiede come sia stato possibile compiere un attentato del genere nel cuore del centro di controllo interforze, una delle zone più controllate della città, in un momento in cui i Talebani pachistani stavano intensificando i propri attacchi, prendendo di mira soprattutto i membri delle forze di sicurezza. Una nota dell’intelligence, già 10 giorni fa avvertiva di una possibile ondata di attacchi da parte del TTP.
Il portavoce ufficiale del TTP, Mohammad Khorasani, ha smentito il coinvolgimento dell’organizzazione, prendendo le distanze da Omar Mukaram Khorasani, dichiarando che i Talebani del Pakistan non prendono di mira moschee o siti religiosi e che anzi potrebbero arrivare a punire chi si macchia di tali crimini.
IL TTP è il principale gruppo anti governativo nel paese e ha intensificato i propri attacchi a partire dal mese di novembre, quando è terminato il cessate il fuoco.