di Eliana Riva – 

Pagine Esteri, 22 aprile 2023. Il capo della delegazione del Comitato internazionale della Croce Rossa per gli Stati Uniti e il Canada, Patrick Hamilton, a seguito di una visita alla struttura di detenzione di Guantanamo Bay ha rilasciato venerdì 21 aprile una dichiarazione allarmata sulle condizioni di salute dei prigionieri.

“Avevo visitato Guantanamo Bay 20 anni fa, nel 2003. Tornando a Guantanamo di recente durante una delle regolari visite del Comitato internazionale della Croce Rossa, sono rimasto particolarmente colpito dal modo in cui coloro che sono ancora detenuti oggi sperimentano i sintomi di un invecchiamento accelerato, aggravati dagli effetti cumulativi delle loro esperienze e degli anni trascorsi in detenzione. Più di 20 anni dopo, la loro situazione rimane irrisolta. Le loro esigenze di salute fisica e mentale stanno crescendo e diventando sempre più preoccupanti”.

 

La prigione è stata costruita  nel 2002 sulla punta orientale di Cuba (controllata dagli Stati Uniti dalla fine del XIX secolo) per volere della presidenza di George W. Bush, con lo scopo di detenere le persone sospettate di essere coinvolte negli attentati del 2001 alle Torri gemelle di New York, che uccisero circa 3.000 persone.

Inizialmente allestita come una struttura di detenzione temporanea, il complesso carcerario comprende sette campi di detenzione ed è diventato un simbolo della violazione dei diritti umani a favore della cosiddetta “guerra al terrore” lanciata dagli Stati Uniti. Dei 780 detenuti provenienti da 48 diversi Paesi, la maggior parte sono stati trattenuti senza accuse specifiche, solo 18 sono stati accusati di reati penali.

Nove sono morti nella prigione, di cui 6 per sospetto suicidio. I prigionieri non possono ricevere visite dalle proprie famiglie, con le quali possono avere solo brevi e sporadici contatti telefonici. Sono tenuti in condizione di isolamento, spesso bendati e ammanettati.

Il detenuto più giovane è stato Omar Khadr, cittadino canadese entrato a Guantanamo all’età di 15 anni. È stato rilasciato nel 2015 dopo 13 anni di reclusione. Nel 2017 il governo canadese ha pagato a Khadr un risarcimento di 8,1 milioni di dollari e si è formalmente scusato per il ruolo svolto negli abusi subiti quando era detenuto a Guantanamo Bay.

Manifestazione di protesta contro le detenzioni di Guantanamo. USA.

Il detenuto più anziano è stato Saifullah Abdullah Paracha, cittadino pachistano trattenuto, senza alcuna accusa, per oltre 18 anni. È stato rilasciato il 29 ottobre 2022 perché “non rappresenta più un pericolo per gli Stati Uniti”.

Appena insediatosi, il presidente Barak Obama promise di chiudere la struttura ma si limitò a proseguire con il trasferimento dei prigionieri, già iniziato sotto l’amministrazione Bush, verso i Paesi d’origine o Paesi terzi. Il presidente Joe Biden ha confermato la decisione di abbandonare la prigione ma non è stato presentato nessun progetto che dimostri un impegno concreto in tal senso.

Al momento risultano detenute 30 persone a Guantanamo: lo scorso febbraio sono stati rilasciati 2 fratelli pachistani detenuti per 20 anni senza processo, Abdul Rabbani, di 55 anni, e Mohammed Rabbani, di 53. Il rilascio è avvenuto solo dopo l’intervento formale del governo pachistano.

“Tutti i detenuti devono avere accesso a un’assistenza sanitaria adeguata che tenga conto del deterioramento delle condizioni mentali e fisiche, sia presso la stazione navale di Guantanamo Bay che altrove e ciò include i casi di emergenze mediche”, avvisa Patrick Hamilton. “Bisogna migliorare la qualità dei contatti con le famiglie, in particolare in termini di frequenza e durata delle chiamate, tenendo conto della totale assenza di visite di persona. […] Chiediamo all’amministrazione e al Congresso degli Stati Uniti di lavorare insieme per trovare soluzioni adeguate e sostenibili per affrontare questi problemi. L’azione dovrebbe essere intrapresa in via prioritaria“. Pagine Esteri