della redazione

Pagine Esteri, 30 maggio 2023 – L’Arabia Saudita ha comunicato di aver giustiziato due cittadini del Bahrain accusati di aver pianificato atti di “terrorismo”. Secondo le autorità saudite, Jaafar Sultan e Sadeq Thamer sono stati condannati a morte perché presunti membri “di una cellula terroristica” e “per ricevuto addestramento in campi appartenenti a entità terroristiche che mirano a destabilizzare la sicurezza dell’Arabia Saudita e del Bahrain”.

Condannando le esecuzioni, Amnesty International ha riferito che Sultan e Thamer erano stati arrestati in Arabia Saudita l’8 maggio 2015 e condannati nell’ottobre 2021. Il gruppo per la difesa dei diritti umani ha aggiunto che i due bahraniti “avevano detto ai giudici di essere stati torturati e che le loro confessioni sono state estorte con la forza”.

Sayed Ahmed Alwadaei, direttore del Bahrain Institute for Rights and Democracy, ha dichiarato al portale Middle East Eye che le due esecuzioni devono essere classificate come “uccisioni arbitrarie”. “I due uomini hanno confessato sotto tortura e le loro dichiarazioni sono state poi utilizzate come prova contro di loro durante un processo iniquo, una pratica vietata dal diritto internazionale”, ha detto. “La leadership saudita – ha proseguito Alwadaei – si sente immune da qualsiasi conseguenza quando giustizia le persone che ha torturato. Il regime del Bahrein è complice poiché non è intervenuto per salvare le vite dei suoi cittadini, dando il via libera ai sauditi”.

L’Arabia Saudita ha eseguito più di 40 esecuzioni quest’anno. L’uso della pena di morte in Arabia Saudita è quasi raddoppiato dall’ascesa al potere del principe ereditario Mohammed bin Salman. Dal 2015 sono state eseguite più di 1.000 condanne a morte. Solo questo mese, il regno ha condotto nove esecuzioni.

La scorsa settimana, il ministero dell’interno ha annunciato che tre cittadini sauditi Hassan bin Issa al-Muhanna, Haidar bin Hassan Muwais e Mohammed bin Ibrahim Muwais erano stati messi a morte. Pare inoltre imminente l’esecuzione di tre membri della tribù Howeitat nella provincia di Tabuk, nel nord-ovest dell’Arabia Saudita, accusati di aver resistito allo sgombero per far posto al progetto della megacittà di Neom. Pagine Esteri