L’Audiencia Nacional di Madrid ha aperto nei giorni scorsi un’indagine per cyberterrorismo e per un reato contro le alte istituzioni dello Stato per la diffusione attraverso almeno due chat di estrema destra dei dati personali di migliaia di persone, tra cui il premier socialista Pedro Sánchez, nove ministri, alcuni presidenti di regione e vari alti funzionari pubblici, nonché militanti di partiti di sinistra.
Nel caso di Sánchez, sono stati divulgati il suo numero di documento d’identità, la data di nascita e l’indirizzo di residenza, ma non il suo numero di cellulare. Questa fuga di dati si aggiunge alle altre informazioni nel caso aperto dal Tribunale Nazionale. Tra le vittime ci sono il ministro della Giustizia Félix Bolaños, il ministro dell’Interno Fernando Grande-Marlaska, la vice premier María Jesús Montero e il presidente del Senato, Pedro Rollán.
Il documento di 500 pagine include anche informazioni personali sul presidente dell’Andalusia, Juanma Moreno, sulla presidente dell’Estremadura, María Guardiola – entrambi membri del Partito Popolare (di destra) e sull’ex sindaca di Barcellona, Ada Colau. Le informazioni, condivise su un canale Telegram, secondo i media spagnoli, contengono inoltre i dati personali di 3.000 membri di Podemos.
Una delle chat di Telegram sulla quale sono stati diffusi i dati è indicata dalla formazione neofascista “Se acabò la fiesta”, che alle scorse europee ha ottenuto un seggio a Bruxelles, come “gruppo di discussione” per i membri del partito.