della redazione
(foto: inondazioni in Ghana, di Nana Darkoaa)
Pagine Esteri, 1° settembre 2023 – Come finanziare le priorità ambientali dell’Africa, sarà al centro del dibattito al primo vertice sul clima del continente la prossima settimana mentre gli attivisti si oppongono ai piani di espansione dei cosiddetti mercati del carbonio.
I paesi africani contribuiscono solo il 3% alle emissioni globali di carbonio ma sono sempre più esposti all’impatto di condizioni meteorologiche estreme causate dai cambiamenti climatici, inclusa la peggiore siccità degli ultimi decenni nel Corno d’Africa. Un rapporto diffuso due giorni fa dal Fondo Monetario Internazionale sottolinea che l’impatto del cambiamento climatico aggrava la tensione negli Stati “fragili” e colpiti dalla guerra, con la conseguenza di un aumento del 10% dei tassi di mortalità e una contrazione significativa del Pil. Sono 39 gli Stati categorizzati come “fragili” dalla Banca Mondiale, ben 21 sono in Africa. Tra questi Mali, Repubblica Centrafricana, Sudan, Somalia. Dal rapporto dell’FMI emerge che gli eventi climatici estremi non scatenano le guerre ma aggravano in questi paesi le tensioni già esistenti, oltre a carestia e povertà.
Nonostante ciò, l’Africa ha ricevuto solo il 12% dei finanziamenti internazionali necessari per far fronte agli impatti climatici.
“Vogliamo iniziare a cambiare il discorso partendo dall’Africa vittima della fame, della carestia e delle inondazioni”, ha detto alla Reuters il ministro dell’Ambiente keniano Soipan Tuya prima del vertice che inizierà lunedì a Nairobi. “La nuova narrazione… dovrebbe essere un’Africa disposta e pronta ad attrarre capitali tempestivi, equi e su larga scala per guidare il mondo nella lotta al cambiamento climatico”.
Si prevede che migliaia di delegati discuteranno le soluzioni più in vista del vertice delle Nazioni Unite sul clima il mese prossimo a New York e del summit COP28 negli Emirati Arabi Uniti alla fine di novembre.
Gli organizzatori del vertice a Nairobi sono ottimisti, prevedono si concluderanno accordi per centinaia di milioni di dollari. In cima alla lista delle opzioni di finanziamento, ci sono i crediti di carbonio che consentono agli inquinatori di compensare le emissioni finanziando attività tra cui la piantumazione di alberi e la produzione di energia rinnovabile.
I governi africani hanno mostrato interesse per la conversione del debito. All’inizio di questo mese il Gabon – teatro qualche giorno fa di un colpo di stato – ha completato il primo accordo di questo tipo dell’Africa, riacquistando nominalmente 500 milioni di dollari del suo debito internazionale ed emettendo un’obbligazione ad ammortamento ecologica di pari importo. La transazione ha lo scopo di produrre risparmi che possono essere utilizzati per finanziare la conservazione.
Tuttavia, l’approccio del vertice ai finanziamenti per il clima ha attirato critiche. Gruppi di attivisti accusano gli organizzatori in una lettera aperta di portare avanti le priorità occidentali a spese dell’Africa.
“Questi approcci incoraggeranno le nazioni ricche e le grandi aziende a continuare a inquinare il mondo, a scapito dell’Africa”, affermano i gruppi nel loro documento. Amos Wemanya, consigliere senior di Power Shift Africa, uno dei firmatari, ha affermato che i finanziamenti dovrebbero provenire dai paesi più ricchi che finora hanno rispettato solo in parte gli impegni che avevano preso. Pagine Esteri