di Ultra Palestine
(traduzione a cura della redazione)
Contrariamente alle dichiarazioni di numerosi funzionari palestinesi sul rifiuto dell’Autorità di riportare i lavoratori di Gaza nella Striscia perché sarebbero a forte rischio con la guerra in corso, ieri notte (venerdì, ndt) gli autobus hanno iniziato a trasportare centinaia di lavoratori verso il valico di Kerem Shalom.
Il governatore di Gerico e della Valle del Giordano, Yusra Al-Suwaiti, ha confermato a Ultra Palestine che sono stati rimpatriati nella Striscia 982 lavoratori della Striscia di Gaza, presenti in tutti i governatorati e riuniti a Gerico prima del loro trasferimento. Suwaiti ha confermato che il ritorno dei lavoratori è avvenuto con l’approvazione dei lavoratori stessi e dopo che questi avevano presentato richieste in tal senso, e che nessun lavoratore è partito contro la sua volontà.
Suwaiti non ha fornito dettagli sugli accordi trovati e con chi ha avuto luogo il coordinamento – evidentemente Israele – sottolineando che solo il ministro del Lavoro Nasri Abu Jaish è autorizzato a parlare di questa questione. Abbiamo contattato Abu Jaish più di volte e gli abbiamo spiegato il motivo dell’intervista, ma ogni volta la conversazione è stata rinviata a causa dei suoi impegni.
Soha Musleh, direttrice della Croce Rossa presso l’ufficio del Governatorato di Ramallah e Al-Bireh, ha negato che la l’organizzazione umanitaria abbia avuto un ruolo nel rimpatrio dei lavoratori. A quanto sembra è stata l’Autorità Nazionale Palestinese (Anp) a coordinarsi direttamente con Israele, nonostante l’annuncio del presidente Mahmoud Abbas (Abu Mazen) per la completa cessazione del coordinamento con Israele fatto dopo il bombardamento dell’ospedale Ahli di Gaza city.
Una fonte ha confermato a Ultra Palestine che dall’inizio dell’afflusso di lavoratori di Gaza da Israele verso la Cisgiordania, c’è stata una decisione da parte della sicurezza palestinese di riunirli in alcuni luoghi. La fonte ha aggiunto che con l’inizio della deportazione a Gaza, i lavoratori sono stati minacciati dal fatto che chiunque fosse rimasto in Cisgiordania dopo la fine della guerra sarebbe stato arrestato dall’occupazione israeliana.
Ai lavoratori sarebbe stato detto: “Chi non ritorna volontariamente sarà colpito dagli israeliani con un arresto brutale”. La fonte ha osservato che, contrariamente alle dichiarazioni secondo cui il ritorno dei manovali è volontario, un certo numero di lavoratori a Nablus hanno ricevuto il coordinamento per il ritorno immediato a Gaza, senza aver mai presentato o firmato una richiesta personale in tal senso.