AGGIORNAMENTO

Il primo ministro Benyamin Netanyahu ha affermato che  Israele sta prendendo in considerazione uno “scenario di resa e deportazione” dei residenti di Gaza, secondo quanto riferisce la tv israeliana Canale 12. Nelle registrazioni dell’incontro di martedì tra Netanyahu e le famiglie degli ostaggi israeliani a Gaza, si è sentito il primo ministro dire: “non rifiutiamo questa possibilità. Ci sono affermazioni da fare a favore e contro”.

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della redazione

(foto Wafa)

Pagine Esteri, 3 gennaio 2024. Il Times of Israel ha pubblicato oggi la notizia, confermata da un alto funzionario israeliano, che Tel Aviv sta trattando con alcuni Paesi, tra i quali il Ruanda e la Repubblica democratica del Congo, un accordo che gli permetterebbe di mandare all’estero migliaia di famiglie palestinesi di Gaza.

La Rdc, in cui il 52,5% della popolazione vive sotto la soglia di povertà, si sarebbe già detta disposta a far entrare nei propri confini un numero significativo di gazawi. La fonte non ha rivelato al Times of Israel i termini dell’accordo e, dunque, quale sia la ricompensa che Israele ha promesso a Kinshasa.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu

Ma ha specificato ai giornalisti israeliani che il governo Netanyahu sta conducendo trattative segrete anche con altri Stati: non è un mistero, ad esempio, che alcuni ministri provino a spingere gli sfollati palestinesi a lasciare la Striscia di Gaza per cercare lavoro in Arabia Saudita.

Sfollati palestinesi che si spostano dal noir al sud della Striscia di Gaza

Quello che Israele chiama “reinsediamento volontario” è un progetto che favorisce e incoraggia la popolazione palestinese di Gaza a lasciare le proprie case, ciò che ne resta dopo quasi 3 mesi di bombardamenti, abbandonare l’idea della ricostruzione della Striscia e spostarsi all’interno dei confini di uno Stato estero, senza avere la certezza, in futuro, di poter tornare nel proprio Paese. Pagine Esteri