di Redazione
Pagine Esteri, 15 aprile 2024 – Ieri mattina un commando ha assassinato il giornalista, avvocato e attivista sociale di sinistra Jaime Vasquez, nella città colombiana di Cúcuta, nel nord-est del paese alla frontiera con il Venezuela. L’uomo era noto per le sue inchieste e denunce sulla corruzione della classe politica e dell’apparato amministrativo.
Secondo il locale comandante della polizia William Quintero, l’omicidio è stato commesso da due persone, «una donna che forse guidava la moto (con cui i criminali sono fuggiti) e l’uomo che è entrato nel locale (dove è stato commesso il crimine) colpendo l’attivista con un’arma da fuoco».
Il governatore del dipartimento Norte de Santander – di cui Cúcuta è il capoluogo – ha offerto una ricompensa di 70 milioni di pesos (l’equivalente di 18 mila dollari) ai cittadini che forniranno informazioni utili a catturare gli assassini.
Dura la condanna da parte del presidente colombiano Gustavo Petro. Il leader della sinistra ha chiesto alla Procura generale di Bogotà di condurre «le indagini più approfondite, che dovrebbero includere l’esame forense delle informazioni sul suo telefono cellulare, che a quanto pare è stato manipolato da alcuni funzionari dopo la morte» di Jaime Vasquez.
Cúcuta si trova negli ultimi anni ad affrontare l’aumento dei livelli di violenza e di corruzione dovuti all’espansione delle attività della criminalità organizzata colombiana e soprattutto venezuelana.
Secondo un rapporto pubblicato a febbraio dal Consiglio dei Cittadini per la Pubblica Sicurezza e la Giustizia Penale, Cúcuta si classifica al 43° posto nell’elenco delle 50 città più violente del mondo. Dallo studio è emerso che, nel corso del 2023, la città ha registrato un totale di 369 omicidi, 33,8 ogni 100.000 abitanti. Pagine Esteri