della redazione
Pagine Esteri, 18 giugno 2024. Si è aperta ieri, a Villepinte in Francia, Eurosatory, la più grande esposizione internazionale di armi. Una fiera bellica che si tiene ogni due anni e rappresenta a rappresentare il comparto mondiale “della difesa e della sicurezza per terra, per volo e per mare”. Lo stand dedicato a Israele è rimasto, però, vuoto.
Circa 50 associazioni hanno presentato una richiesta legale di esclusione per Tel Aviv, in seguito ai sanguinosi attacchi compiuti nelle ultime settimane a Rafah, la città meridionale della Striscia di Gaza. I bombardamenti hanno colpito tende di sfollati e campi profughi, uccidendo centinaia di persone, per la maggior parte donne e bambini.
La corte del distretto di Bobigny ha giudicato positivamente l’iniziativa, vietando la partecipazione non solo ai rappresentanti di 74 società di difesa israeliane ma anche a qualsiasi individuo ne fosse in qualche maniera legato. La decisione del tribunale, diramata dal Ministero della Difesa francese, fa riferimento alle indicazioni della Corte Internazionale di Giustizia sui possibili crimini di guerra compiuti dall’esercito israeliano a Gaza: la presenza delle aziende israeliane, con le proprie armi, potrebbe contribuire indirettamente a questi eventuali crimini.
Tuttavia, è di poche ore fa la notizia, diffusa dal quotidiano israeliano Haaretz, che un tribunale commerciale francese ha ribaltato la sentenza, riammettendo Israele e la sua industria bellica ad Eurosatory. L’ordinanza temporanea è stata emessa su richiesta della Camera di Commercio Israele-Francia, e dà istruzioni agli organizzatori della mostra di consentire alle aziende israeliane di partecipare. Si attende ora l’appello alla sentenza e la pronuncia della corte per la decisione finale. La fiera, iniziata il 17 giugno, proseguirà fino al 21 e non vedrà la partecipazione della Russia, bandita per la guerra in corso con l’Ucraina.
Le esportazioni di armi israeliane sono salite alla cifra record di 13,1 miliardi di dollari nel 2023, secondo un rapporto governativo pubblicato che cita centinaia di contratti firmati con varie aziende del settore della Difesa.
Circa il 36% delle esportazioni riguarda missili, razzi e sistemi di difesa aerea, seguiti da radar e guerra elettronica. Le vendite di armi israeliane che ammontavano a 12,5 miliardi di dollari nel 2022, sono raddoppiate negli ultimi cinque anni.
Il ministero della Difesa afferma queste esportazioni sono diventate una priorità centrale nello sforzo di Israele per rafforzare le relazioni strategiche di sicurezza in tutto il mondo, entrare in nuovi mercati, rimuovere le barriere burocratiche e ridurre la regolamentazione. Pagine Esteri