di Giuseppina Fioretti* – 

Pagine Esteri, 19 giugno 2024. Questa è una storia di mare iniziata a Venezia, concretizzatasi a Lampedusa ma che coinvolgerà tutto il Mediterraneo. Il mare, una delle passioni degli artisti Solveig Cogliani e Mohammed Alhaj, è il mare che unisce la Sicilia, terra di origine di Solveig, e Gaza, dove vive Mohammed.

Era il 6 agosto 2022 quando l’artista italiana Solveig Cogliani incontrò il suo collega palestinese Mohammed Alhaj a Venezia in occasione della mostra di arte palestinese “From Palestine With Art”, evento collaterale alla Biennale Arte dove Alhaj esponeva il dipinto “Immigration”.

L’incontro non fu causale. Solveig, che aveva già preso parte alla Biennale nel 2011, aveva proposto al collega la realizzazione di un workshop artistico a Venezia. Entrambi gli artisti concentrano la loro ricerca sulla spazialità e sulla sperimentazione legata alla tecnica del colore.
Fu per questo workshop che Mohammed Alhaj ottenne il permesso per uscire da Gaza per due settimane (foto n. 1)

Mohammed Alhaj e Solveig Cogliani durante il workshop artistico a Venezia (Foto 1)

Alla presenza di Faisal Saleh, direttore del Palestine Museum US, Solveig e Mohammed in quella mattina di agosto realizzarono una tela che intitolarono “The Human Bridge” e che attualmente è esposta presso il Palestine Museum US in Connecticut (foto 2).

(foto 2) “The Human Bridge”, S. Cogliani – M. Alhaj 2022

Il mare unisce due rive su cui sagome di donne, uomini e bambini si protendono quasi a volersi toccare. Sulla sponda siciliana una donna sale su una barca e si prepara all’incontro mentre sotto le onde si riconosce la forma di Delfina, la protagonista della bilingue italiano-arabo scritta da Solveig e pubblicata per Edizioni Q nel 2021. Sulla riva di Mohammed, i palestinesi di Gaza guardano al Mediterraneo come luogo di libertà mentre in cielo volano gabbiani e aquiloni. Perché gli aquiloni? Perché l’aquilone sfida le distanze, sorvola le mura e per chi vive sotto assedio rappresenta un’immagine di libertà e di movimento. Anche i capelli e il vestito agitato dal vento della donna che protegge il suo bambino respirano l’aria della libertà

La loro tela fu realizzata in poche ore ma già, mentre sceglieva le sfumature e definiva le linee, Solveig pensava a come dare continuità all’incontro: realizzare altre opere ponte, condividere la costruzione di spazi connessi grazie all’arte. Nacque in quel momento, idea visionaria, il progetto “The Human Bridge”.

Come sostiene Cogliani “L’idea alla base di The Human Bridge è quella di abbattere i confini imposti dalle scelte politiche e culturali attraverso l’arte, costituendo un ideale ponte dell’umanità attraverso il mare Mediterraneo. È possibile parlare di ‘mediterraneità’, ovvero di uno spazio unitario, un insieme, dove annientare le fratture di oggi e di ieri, senza ovviamente annullare le specificità dei popoli che vivono affacciati su di esso”.

Partendo da questa visione e ispirato dal museo subacqueo di Jason deCaires Taylor a Cannes e dall’esempio de “La casa dei pesci” di Talamone, il progetto di Cogliani tende a costruire connessione tra i popoli e nel contempo a salvaguardare l’ambiente marino mediterraneo, per proteggerlo e valorizzarlo e ribadire la necessità di prendersi cura dei mari e degli oceani.

L’idea progettuale si sviluppa attraverso una serie di installazioni artistiche da collocarsi in mare e realizzate da artisti dei paesi del Mediterraneo.

Nell’isola di Lampedusa, simbolo della grande migrazione e della speranza di tutti coloro che vi approdano, è stata inaugurata il 15 giugno scorso la prima tappa di questo museo marino mediterraneo, alla presenza del direttore del Parco Archeologico di Himera, Solunto e Iato, Domenico Targia che ha portato i saluti del Sopraintendente del Mare.

In località Cala Pisana, sono state calate in acqua le prime due opere per essere trascinate con palloni in sospensione fino a Cala Creta dove sono state immerse a una profondità di circa 18 metri. Le sculture sono realizzate in materiale ecocompatibile, infatti il progetto è corredato dal parere tecnico scientifico di esperti biologi marini.  Secondo l’idea della consulente scientifica professoressa Di Gaudio dell’Università di Palermo potranno diventare anche uno strumento per monitorare la salute delle acque nei diversi paesi del Mediterraneo.

Dopo l’incontro alla mostra Evento Collaterale della Biennale, Cogliani ha intensificato la sua collaborazione con il Palestine Museum US. Nel 2023 in collaborazione con il museo palestinese degli Stati Uniti, con le associazioni Cultura è Libertà, Assopace Palestina e Al-Ma’mal Foundation ha realizzato un progetto di residenze artistiche tra Roma e Gerusalemme coinvolgendo il collega italiano Alessandro Calizza e gli artisti palestinesi Sabrin Haj Ahmad e Ayman Khalil Alayan. Cogliani racconta che proprio durante la sua residenza artistica in Palestina, sulla Hope Road poco fuori Ramallah, aveva raccolto una piccola roccia sulla quale la sera stessa iniziò a scolpire il prototipo dell’opera “The Human Brigde”: così è nata la grande scultura in acciaio marino lavorata con taglio a laser che ha inaugurato il progetto del parco marino artistico a Lampedusa. (foto 3 e 4)