della redazione con agenzie e informazioni dal The National

Pagine Esteri, 18 luglio 2024 – Hussein, Mohammed e Ahmad Hassoun, tre fratelli di origine palestinese e imprenditori di successo a Malmo, hanno creato un’alternativa alla Pepsi e alla Coca-Cola e in appena sei mesi il loro marchio ha venduto milioni di lattine suscitando l’interesse di aziende di tutto il mondo. La domanda è talmente alta che i tre fratelli non riescono a soddisfarla.

Le lattine presentano simboli storici della Palestina, come rami di ulivo e la kefiah, uniti a frasi come “Libertà per tutti”, con cui gli imprenditori affermano che, indipendentemente dall’etnia e dalla religione, tutti hanno diritto alla libertà. L’obiettivo dei fratelli Hassoun è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica internazionale sulla Palestina e sostenere le associazioni benefiche che aiutano i palestinesi sotto occupazione in Cisgiordania e quelli di Gaza travolti dall’offensiva militare israeliana.

I marchi di bevande statunitensi sono boicottati da molti consumatori nel mondo a causa delle loro attività commerciali in Israele e nei suoi insediamenti coloniali, in particolare in quello di Atarot, tra Gerusalemme Est e Ramallah, nella Cisgiordania occupata. Non solo la Palestine Drinks, anche altri piccoli marchi locali hanno registrato un significativo aumento delle vendite in Medio Oriente per il boicottaggio della Coca Cola e della Pepsi.

In Libano Jalloul e Zee Cola stanno riscuotendo sempre più successo, mentre Spiro Spathis ha registrato un aumento del 350 per cento nelle vendite in Egitto, secondo quanto riportato dai media locali. In Bangladesh, Akij Food and Beverage si è impegnata a donare a un fondo palestinese una percentuale per ogni lattina di Mojo Cola comprata dai consumatori. Le vendite sono cresciute del 140 percento.

La Palestine Cola sarà presto lanciata negli Stati Uniti e in Canada mentre decine di aziende sono interessate a diventare suoi distributori in Australia, Nord Africa, Medio Oriente ed Europa. “Abbiamo ricevuto più di 10 contatti da aziende degli Emirati Arabi Uniti che desiderano diventare distributori e anche aiutarci con la produzione”, ha affermato uno dei tre fratelli. Pagine Esteri