Villaggio palestinese di Tuwani, Cisgiordania occupata (Foto: Eliana Riva, PE)

di Eliana Riva – 

Pagine Esteri, 25 luglio 2024. Per il 2024 il governo israeliano ha stanziato diciannove milioni di euro (75 milioni di shekel) per le colonie nella Cisgiordania occupata che lo scorso 19 luglio la Corte Internazionale di Giustizia ha definito “illegali” e da smantellare. L’ONG israeliana Peace Now ha calcolato che nel 2023 il governo centrale ha finanziato con un bando da 7 milioni di euro (28 milioni di shekel) 68 su 70 colonie descritte come “fattorie” e un numero imprecisato di avamposti.

I soldi sono stati utilizzati per decine di droni, veicoli Ranger, per pannelli solari, generatori elettrici, telecamere, torrette e posizioni di “difesa”, cancelli elettrici, recensioni, illuminazione. Secondo Peace Now una parte consistente dei fondi è utilizzata per la costruzione di nuove strade a uso esclusivo dei coloni, per facilitarne i movimenti verso i villaggi palestinesi, dove sempre più spesso organizzano azioni violente nei confronti degli abitanti. Le incursioni e i raid dei coloni si sono di fatto moltiplicati, e sempre più villaggi e abitazioni arabe sono oggetto di assedio continuo.

Quanto sia importante la costruzione delle strade dedicate ai coloni nel disegno governativo lo dimostra il fatto che ulteriori finanziamenti siano giunti, secondo la ONG, anche dal bilancio per la “Manutenzione dell’area C”, ossia dell’area della Palestina occupata sottoposta al totale controllo israeliano. La sezione dedicata alla manutenzione nel 2023 includeva circa 40 milioni di Shekel (10 milioni di euro) che sono stati trasferiti alle colonie attraverso il Ministero degli insediamenti.

Colonie israeliane a Masafer Yatta (Foto di Eliana Riva, PE)

Peace Now ha dichiarato senza mezzi termini: “Non solo il governo israeliano consente ai coloni di prendere le terre, stabilire avamposti e fattorie in violazione della legge e di attaccare e spostare i palestinesi senza alcuna risposta, ma li finanzia e li assiste anche. La violenza dei coloni non è un’eccezione; è una caratteristica. Fa parte di uno sforzo in corso da parte del governo israeliano per espellere sistematicamente i palestinesi dalle loro case e terre nell’Area C in Cisgiordania”.

Soddisfazione è stata espressa, invece, dal Partito del sionismo religioso, che si è rallegrato per la fruttuosa collaborazione tra i coloni e le forze armate israeliane. Queste ultime proteggono i coloni che oramai agiscono impunemente e senza alcun timore contro i palestinesi. Nella zona di Massafer Yatta, dove numerosi villaggi palestinesi sorgono tra le colline brulle, i coloni israeliani raggiungono con le proprie jeep o con mezzi più piccoli e veloci le case e i campi.

Spesso trascorrono lunghi minuti divertendosi a provocare e intimidire i contadini, gli internazionali, gli abitanti. Altre volte, sempre armati di fucili, svolgono funzioni poliziesche coperti e protetti dai militari israeliani, che li guardano senza agire. Giorno dopo giorno si presentano chiedendo documenti, fotografano e registrano volti, trattengono per ore sotto il sole persone spesso anziane. In altri casi, i peggiori, raggiungono a piedi, nascosti, i villaggi e con i volti coperti, armati di spranghe, colpiscono senza far differenza tra uomini, donne e bambini, come testimoniano i video che ormai numerosi circolano in rete. Pagine Esteri