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ore 19.30

Notizie sempre più drammatiche giungono dal nord di Gaza al centro di una nuova ampia offensiva militare israeliana. Gli abitanti dicono che l’intensità degli attacchi israeliani e la loro potenza di fuoco “non ha precedenti”. Il bilancio dei palestinesi uccisi dal bombardamento aereo di ieri sera (sabato) a Beit Lahiya è stato aggiornato dalle autorità sanitarie locali ad 87.

Oggi due carri armati israeliani sono saltati su ordigni dei combattenti palestinesi. Le esplosioni hanno ucciso il colonnello Ehsan Daksa, un arabo druso con cittadinanza israeliana, decorato più volte dall’Esercito israeliano. Si tratta dell’ufficiale più alto in grado ucciso a Gaza dall’inizio dell’offensiva israeliana un anno fa.

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della redazione

(foto da Beit Lahiya fermo immagine da Telegram)

Pagine Esteri, 20 ottobre 2024 – Sono decine i palestinesi uccisi ieri sera da un attacco aereo su diverse case di Beit Lahiya, nel nord della Striscia di Gaza al centro di una nuova ampia e distruttiva offensiva militare israeliana. Il bilancio delle vittime non è ancora ufficiale, le squadre di soccorso sono in queste ore impegnate a cercare di salvare vite umane. Medwai Abbas, un funzionario del ministero della Salute di Gaza, ha definito accurata la cifra di 73 morti data da alcune fonti. Per Israele questo bilancio di vittime civili sarebbe “esagerato” perché il suo attacco sarebbe stato diretto contro un “obiettivo di Hamas”. I palestinesi denunciano inoltre che le operazioni di soccorso sono state ostacolate dall’interruzione dei servizi di telecomunicazione e internet per il secondo giorno. Prima del bombardamento su Beit Lahiya, aggiungono, gli attacchi israeliani avevano ucciso 35 palestinesi.

La situazione nel nord di Gaza resta drammatica. Gli abitanti riferiscono che le forze israeliane hanno rafforzato l’assedio di Jabalia, il più grande degli otto campi profughi della Striscia, inviando altri carri armati anche nelle vicine città di Beit Hanoun e Beit Lahiya e impartendo ordini di evacuazione immediata ai residenti. I soldati inoltre hanno fatto irruzione in diversi rifugi che ospitano famiglie sfollate dove hanno arrestato e portato via decine di uomini. Filmati postati sui social mostrano decine di palestinesi seduti a terra accanto a un carro armato, mentre altri vengono condotti da un soldato in un altro luogo.

Gli ospedali Kamal Adwan, Al Awda e Indonesiano, sono sempre circondati e ciò impedisce, denunciano le autorità sanitarie, l’ingresso di medicinali e rifornimenti alimentari. I dirigenti degli ospedali hanno rifiutato l’ordine dell’esercito israeliano di evacuare per non lasciare i pazienti, molti dei quali in condizioni critiche, senza cure.

“Gli ospedali nel nord di Gaza soffrono di una grave carenza di forniture mediche e sono sopraffatti dal numero di vittime”, avverte Hussam Abu Safiya, direttore del Kamal Adwan “Stiamo cercando di decidere chi tra i feriti dobbiamo assistere per primo, e molti feriti sono morti perché non siamo riusciti a prenderci cura di loro”.

Ieri mattina, gli aerei hanno lanciato volantini su Gaza con l’immagine del capo di Hamas, Yahya Sinwar, ucciso mercoledì in uno scontro a fuoco con soldati israeliani, e la scritta “Hamas non governerà più Gaza”. “Chiunque getti l’arma e consegni gli ostaggi potrà andarsene e vivere in pace”, si legge nel volantino in lingua araba. Pagine Esteri